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Cina-Usa, firmati accordi per 250 miliardi

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IL VIAGGIO DI tRUMP

Cina-Usa, firmati accordi per 250 miliardi

PECHINO - La bilaterale tra Xi Jinping e Donald Trump ha scoperchiato quello che per Pechino è il vero problema da tenere a bada nei rapporti tra Cina e Usa: la questione Taiwan. Pechino sente questo problema come ben più scottante di quello della Corea del Nord. Su questo versante, come ha ulteriormente chiesto Donald Trump, la Cina farà la sua parte. Ma è l'atteggiamento di Washington nei confronti di Taipei a tenere in allarme i cinesi.

Non c'è da meravigliarsi, nel Report presentato al 19esimo Congresso del partito il 18 ottobre scorso, Xi Jinping ha sottolineato il tema, fortissimo, della necessità di riunificare lo stesso sangue, Taiwan deve tornare alla Cina, a tutti gli effetti. Perché questo possa succedere, deve essere universalmente riconosciuto il presupposto che la Cina è una sola. Punto.

La Corea del Nord, a questi effetti, è un non problema, il presidente Xi Jinping non ha dimenticato la telefonata tra Trump e la presidente di Taiwan Tsai Ing-wen che un anno fa chiamò per complimentarsi dell'elezione del nuovo inquilino della Casa Bianca.

La vulgata sulla posizione di Xi viene esplicitata direttamente dal portavoce degli Esteri cinese, che infatti spiega proprio questo, e cioè che
Washington deve condividere il sacro principio di un'unica Cina. Questo è addirittura considerato il fondamento delle relazioni tra Usa e Cina.
In tal senso i 250 miliardi di accordi, una cifra da capogiro, molti dei quali – c'è da dire - non vincolanti, rischiano di funzionare da specchietto per le allodole. Certo, Boeing, Qualcomm e GE hanno fatto del loro meglio e incassato accordi veri, ma per Donald Trump mostrare agli americani che il viaggio è servito ad alleviare il disavanzo commerciale accumulato dai suoi predecessori (34.6 miliardi di dolalri a settembre) è molto importante.

Ovviamente questo deal, pur enorme nelle proporzioni generali, rischia di non servire molto nel riequilibrare le regole del gioco, sulle quali Trump ha pure puntato. E soprattutto puntano le imprese americane attive qui in Cina e non da oggi.

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