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Strasburgo, le domande dei giudici sulla condanna a Berlusconi

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CONCLUSA L’UDIENZA

Strasburgo, le domande dei giudici sulla condanna a Berlusconi

Al centro, Silvio Berlusconi (Ansa)
Al centro, Silvio Berlusconi (Ansa)

DAL NOSTRO INVIATO
STRASBURGO – In un’aula strapiena, la Corte europea dei diritti dell'Uomo ha ascoltato stamani le argomentazioni delle parti in un ricorso presentato da Silvio Berlusconi. Sul tavolo l'applicazione della Legge Severino, che l'ex premier considera illegalmente retroattiva. Il caso è cruciale da un punto di vista politico, perché dalla sentenza, attesa nei prossimi mesi, potrebbe dipendere il ritorno in Parlamento dell'imprenditore. Dalle domande dei giudici sono emersi dubbi sulla bontà della posizione del governo.

A prendere la parola per prima è stata la rappresentante del governo italiano, Maria Giuliana Civinini. Dopo avere illustrato con precisione la cronistoria che ha portato all'ineleggibilità di Silvio Berlusconi ai sensi della Legge Severino del 2012 e dopo la condanna del ricorrente per frode fiscale nel 2013, la signora Civinini ha sostenuto che gli articoli 6 e 7 della Convenzione europea dei diritti dell'Uomo, richiamati dall'ex premier, «non sono applicabili alle leggi elettorali».

La Legge Severino è entrata in vigore nel 2012. Successivamente, nella primavera del 2013, Silvio Berlusconi è stato regolarmente eletto al Senato nel Molise. Sempre nel 2013, l'ex premier fu condannato in via definitiva per frode fiscale per fatti avvenuti prima dell'entrata in vigore della Legge Severino. Sulla scia di questa sentenza, e in riferimento alla stessa Legge Severino, che prevede l'ineleggibilità nei casi di condanna per reati gravi, il Senato votò a favore della decadenza dell'ex premier.

Silvio Berlusconi contesta l'applicazione retroattiva della Legge Severino. L'ex premier ricorda l'articolo 25 della Costituzione italiana secondo cui «nessuno può essere punito se non in forza di una legge che sia entrata in vigore prima del fatto commesso», nonché l'articolo 7 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, secondo cui nessuno può essere condannato per un'azione o omissione che, al momento in cui è stata commessa, non costituiva reato secondo il diritto nazionale o internazionale.

Berlusconi oggi ludienza a Strasburgo

La difesa è stata rappresentata da Edward Fitzgerald. Quest'ultimo ha fatto una arringa molto politica, almeno nella sua prima parte. Prima di tutto, ha fatto notare che al momento dei reati per cui Silvio Berlusconi è stato condannato la Legge Severino non esisteva ancora. In secondo luogo, ha spiegato che la sanzione dell'ineleggibilità si è rivelata nei fatti una sanzione penale. Infine, ha paragonato il voto del Senato del 2013 come « la scelta sulla vita o la morte di un gladiatore nella Roma antica».

L'udienza, durata poco più di due ore, si è svolta in un clima ovattato, in assenza di Silvio Berlusconi che ha preferito seguire i lavori da Merano. D'altro canto, la Corte europea dei diritti dell'Uomo, un organismo del Consiglio d'Europa che nulla ha a che fare con l'Unione europea, è un tribunale sui generis. Nel 2016, la Corte ha trattato 2.730 ricorsi contro l'Italia, di cui 2.695 ritenuti irricevibili. Ha pronunciato 15 sentenze, di cui 10 hanno messo in luce una violazione della convenzione.

Quattro magistrati hanno fatto domande sia al ricorrente che alla difesa. Domande di merito, dalle quali sono emersi dubbi sulla bontà della posizione del governo italiano. In particolare è da segnalare il giudice albanese, Ledi Bianku, che ha notato come l'entrata in vigore della Legge Severino sia avvenuta appena due mesi prima di nuove elezioni legislative. L'audizione è avvenuta dinanzi alla Grande Camera del tribunale, composta da 17 magistrati e presieduta Angelika Nussberger.

Una sentenza dovrebbe giungere nel corso del 2018. Prima o dopo le attese elezioni legislative? Per ora, difficile da dire. Solitamente le decisioni della Corte europea per i diritti dell'Uomo giungono dopo sei-dodici mesi. La speranza di Sivlio Berlusconi è di poter contare su una sentenza a lui favorevole per poter ritornare in Parlmanento. Dalle prese di posizione di oggi sono emersi dubbi da parte di alcuni magistrati sul modo in cui è stata decisa la decadenza del mandato parlamentare del leader politico.

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