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Eurogruppo: chi è Mario Centeno, il professore di economia prestato alla politica

Il ministro delle Finanze portoghese e neo-presidente dell’Eurogruppo  (Afp)
Il ministro delle Finanze portoghese e neo-presidente dell’Eurogruppo (Afp)

Mario Centeno, il nuovo presidente dell’Eurogruppo, fino a due anni fa era un economista teorico, uno studioso indipendente e stimato che aveva avuto importanti incarichi per le istituzioni portoghesi ed europee, ma che non aveva alcuna esperienza politica e sembrava non aspirasse a uscire dal mondo accademico. A cambiare la sua vita - professionale e non solo - sono state le elezioni in Portogallo del 2015, o meglio il programma socialista per quelle elezioni, che Centeno mise nero su bianco. Concordando però con i tecnici del partito che il suo nome non sarebbe mai comparso tra gli autori.

Nato nel 1966 a Olhao, nell’Algarve, la regione più a sud del Paese, Centeno ha studiato Economia all’Istituto superiore di Economia e gestione dell’Università tecnica di Lisbona, ha poi conseguito un master nella stessa università in Matematica applicata, un secondo master ad Harvard con una tesi di Economia del lavoro e un Phd, sempre ad Harvard, in Economia. Economista alla Banca centrale portoghese, membro del Comitato di politica economica dell’Unione europea, poi anche responsabile dello sviluppo di statistiche macroeconomiche del Consiglio superiore di statistica, senza mai trascurare l’insegnamento universitario nel suo Istituto superiore di Economia e gestione dell’Università tecnica di Lisbona.

Centeno - socialista da sempre, a sentire gli amici più intimi - deve la sua carriera politica (oltre che alla capacità e alle esperienze maturate a livello internazionale) ad Antonio Costa, il leader socialista che, anche con i suoi consigli e sicuramente cavalcando il programma scritto dall’economista di Olhao, ha conquistato il governo del Paese dicendo basta all’austerity e avviando una nuova fase di fiducia ed espansione per l’economia portoghese.

Centeno è diventato ministro delle Finanze giusto due anni fa, con Costa alla guida di un governo socialista appoggiato da tutti i partiti della sinistra: lontanissimi tra loro su temi fondamentali come l’Europa e l’euro ma uniti, come mai era accaduto, per risollevare un Paese che nel 2011 - in piena crisi finanziaria internazionale con la zona euro sotto pressione - aveva evitato il default grazie al prestito internazionale, accettando però le regole dell’austerità e la stretta supervisione della troika Ue-Bce-Fmi.

«L’esperienza che il Portogallo ha vissuto nel recente passato mostra che è possibile in Europa conciliare gli obiettivi di consolidamento del bilancio e di crescita», ha detto Centeno nei giorni scorsi. Quasi un manifesto per il ministro delle Finanze che con il governo Costa - insistendo sulla flessibilità di bilancio e sulla fiducia nella ripresa - ha saputo risollevare l’economia portoghese.

Di carattere paziente, ha dimostrato notevoli capacità di mediazione. E ha dato prova di avere tenacia e nervi saldi anche quando le cose si mettevano male: come nella recessione o di fronte al disastro del Novo Banco, quando in tv e sui giornali Centeno ha saputo spiegare, senza risparmiarsi, la gravità della crisi, continuando tuttavia a infondere fiducia sulla possibilità del Portogallo di farcela.

Così si è guadagnato la stima dei colleghi di governo, il rispetto dei suoi concittadini. E così forse anche l’Europa si è convinta a farne il presidente dei ministri delle Finanze. Appena nominato ha detto: «Il mio obiettivo è generare consenso perché le sfide aperte sono molto difficili». Lascia il Portogallo in crescita e risanato, resterà in carica per due anni e mezzo, il suo primo Eurogruppo da presidente sarà il prossimo 22 gennaio 2018.

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