Il sindacato italiano di piloti Anpac (Associazione nazionale professionale aviazione civile) ha annunciato mercoledì che i piloti di Ryanair hanno dichiarato uno sciopero di quattro ore il 15 dicembre. L’iniziativa giunge dopo l’annuncio il 29 novembre scorso di un’analoga azione di protesta da parte della Fit Cisl.
Lo sciopero dovrebbe durare dalle 14 alle 18 della giornata. Secondo quanto hanno riferito dei suoi portavoce, il sindacato conta fra le sue file 280 iscritti da Ryanair, pari al 40% di tutti i comandanti e i primi ufficiali basati in Italia. Al momento non è chiaro quanti piloti sarebbero stati in volo nelle ore di interruzione dell’attività. Il vettore low cost, finito nella bufera a settembre per un maxi-piano di cancellazione voli, non riconosce le parti sociali ed è sempre riuscito a evitare lo scontro diretto. Ora perà i suoi dipendenti si stanno rivoltando contro la decisione di cancellare 20mila voli, ufficialmente per l’assenza di piloti disponibili. Anpac è il sindacato più rappresentativo dei piloti, seguito da Filt Cgil e Fit Cisl. La Cgil non è entrata finora nella partita dell'annuncio dello sciopero ma sta dando battaglia nelle aule dei tribunali per comportamento antisindacale.
L’azienda: ci aspettiamo sia differito
L’azienda ha reagito in un primo momento con indifferenza alle voci di sciopero, sostenendo che non «sono mai state realizzate» le mobilitazioni previste fino ad oggi. A quanto riporta l’agenzia internazionale Reuters, però, il gruppo sarebbe pronto a tagliare stipendi e condizioni dei suoi piloti in caso di voto favorevole all’azione. In serata il portavoce di Ryanair, Robin Kiely, si è detto fiducioso sul fatto che lo sciopero sia «differito o cancellato». Intanto, fuori
dall'Italia, i piloti in Irlanda, Spagna, Germania, Svezia, Portogallo e Irlanda hanno formato dei comitati nelle scorse settimane per spingere a favore della contrattazione collettiva nella compagnia.
L’iniziativa dell’Anpac rappresenterebbe il primo sciopero nella storia del vettore irlandese, alla ricerca di un rilancio di immagine dopo l’ondata di tagli di voli che ha lasciato a terra migliaia di passeggeri ion autunno. Proprio la crisi del «modello low cost» del vettore ha dato il via a una serie di rivendicazioni su scala internazionale, contro le condizioni di lavoro e retributive offerte dal gruppo.
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