La destra oltranzista di Heinz Christian Strache del Fpö avrà ministeri cruciali, come Interni, Difesa ed Esteri, nel nuovo governo austriaco del
giovanissimo cancelliere Sebastian Kurz. Secondo le anticipazioni, Herbert Kickl andrà agli Interni, Mario Kunasek alla Difesa e Karin Kneissl agli Esteri. Strache, come previsto, sarà vicecancelliere. Una vittoria annunciata alla vigilia ma forse quasi maggiore delle previsioni degli stessi liberal-nazionali.
Sedici persone faranno parte della squadra di governo di Sebastian Kurz, 31 anni: oltre al cancelliere, sette ministri e una sottosegretaria del partito popolare Oevp e sei ministri e un sottosegretario degli alleati del Fpö. Ma la svolta a destra oltre che sulla stretta ai migranti è di tipo economico con il taglio delle tasse per 12 miliardi di euro e la liberalizzazione del fumo nei locali pubblici. Nel 2018 era prevista l'entrata in vigore del divieto di fumo nei locali pubblici in Austria, come già previsto in molti Paesi europei, Italia compresa. Il nuovo esecutivo nero-blu ha invece annunciato a sorpresa che bloccherà la prevista entrata in vigore del divieto lasciando tutto come prima, cioè la libertà di fumare nei locali pubblici austriaci con grande disappunto di molte organizzazioni a difesa della salute pubblica.
La stretta sui migranti
L'intesa fra Kurz e l'Fpö arriva al termine di un dialogo avviato subito dopo le elezioni avvenute circa due mesi fa che ha portato alla vittoria il Partito popolare austriaco (Övp) sposando una linea dura sull'immigrazione che ha finito per avvicinarsi o sovrapporsi a quella della destra radicale fino a confondere le due piattaforme. Tra i punti forti del programma ci sono il taglio dei «benefit» per i rifugiati che non imparano la lingua tedesca e il blocco di nuove ondate migratorie. La lotta alla islam politico e alla cosiddette società parallele dei migranti islamici che non si vogliono integrare.
L'Fpö, il partito erede di Joerg Haider, è comunque riuscito a incassare il 26% dei consensi, imponendosi come terzo partito su scala nazionale. «Se tutto va come immaginiamo, nulla impedisce che il governo giuri all'inizio della prossima settimana» ha dichiarato Alexander Van der Bellen, il presidente della Repubblica che ha il compito di nominare e sciogliere i governi. Van der Bellen ha sconfitto l'anno scorso - in un'elezione che si è ripetuta per irregolarità nel conteggio dei voti - il candidato della destra radicale Norbert Hofer che, ora, potrebbe ricomparire nell'esecutivo nato dall'accordo fra Kurz e Fpö.
Kurz: non ci sarà un referendum sull'Europa
Un altro punto chiave nel programma dell'Fpö è l'antieuropeismo, battaglia che ha fatto temere la convocazione di un referendum per l'uscita dalla Ue in caso di ingresso dell'ultradestra al governo. Su questo fronte, Kurz ha assicurato a più riprese di essere fermamente filo-europeo e di non aver lasciato margini per «referendum alla Brexit», anche se le forze del futuro esecutivo criticano Bruxelles per la gestione dei migranti e la scarsa autonomia dei paesi membri.
Il taglio delle tasse
Il nuovo esecutivo infine prevede di tagliare le tasse per 12 miliardi di euro, pari al 3% del Pil per favorire la crescita che comunque corre al 2,6% quest'anno. Inoltre non ci sarà nessuna imposta su patrimonio ed eredità, un tetto agli aiuti economici di base e la produzione del 100% dell'energia elettrica austriaca sarà da fonti rinnovabili entro il 2030, quota che attualmente è al 33% del totale energetico. Il governo prevede di varare la terza pista dell'aeroporto di Vienna. L'esecutivo si è detto favorevole all'aumento dell'orario di lavoro giornaliero da 10 a 12 ore.
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