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Francia, nessuna nuova imposta fino al 2022

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Francia, nessuna nuova imposta fino al 2022

Il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire
Il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire

Nessuna imposta nuova fino alla fine del quinquennato di Emmanuel Macron. Fino al 2022, È solenne, e anche ardita, la promessa del ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire, fatta alla Bmf Tv. Anzi, la tassa sugli immobili che il presidente Emmanuel Macron sta riducendo, sarà totalmente azzerata nel momento in cui si troverà un modo alternativo di finanziare gli enti locali, che fino a oggi hanno avuto a disposizione 20 miliardi di euro.

«Non ci saranno una nuova imposta in Francia durante il quinquennato, è un mio impegno», ha detto il ministro. «Non abbiamo intenzione di abrogare una tassa solo per crearne un’altra al suo posto», ha poi aggiunto, precisando: «Non aumenteremo l’Iva, o una tassa locale né creeremo una nuova imposta. Solo giovedì, il sottosegretario agli Interni Jacqueline Gourault aveva invece ipotizzato, sia pure a titolo personale, una nuova tassa per venire incontro agli enti locali, ai quali - secondo Le Maire - potrebbe essere invece destinata una quota dei contributi sociali.

L’impegno è gravido di conseguenze. L’impegno - e l’obbligo - della Francia è di portare il proprio deficit, pari nel 2016 al 3,4 per cento, sotto la soglia del 3% prevista dal trattato di Maastricht, e poi anche più in basso. Non voler introdurre nuove imposte non può che significare una cosa: l’intero sforzo sui conti pubblici dovrà essere effettuato attraverso tagli della spesa pubblica, peraltro annunciati già in campagna elettorale.

Le Maire ha potuto prendere questo impegno perché la ripresa francese, dopo diversi trimestri di affaticamento, sta prendendo slancio e, in questo modo, facilita il compito di tenere sotto controllo il disavanzo pubblico.

Il ministro delle Finanze ha anche confermato che lunedì varerà una versione più rigide del decreto Montebourg, che permette al governo di Parigi di bloccare acquisizioni non gradite nei settori strategici come energia, telecomunicazioni, trasporti, acqua, sanità, ai quali saranno aggiunti l’intelligenza artificiale e la protezione dei dati.

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