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L’Ecofin toglie otto Stati dalla «black list» antievasione

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la lista passa da 17 a 9

L’Ecofin toglie otto Stati dalla «black list» antievasione

Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, alla riunione Ecofin (Epa)
Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, alla riunione Ecofin (Epa)

L'Ecofin ha rimosso otto paesi dalla «black list» delle giurisdizioni extra Ue che non rispettano gli standard internazionali di trasparenza fiscale. Si tratta di Barbados, Grenada, Corea del Sud, Macao, Mongolia, Panama, Tunisia e Emirati Arabi Uniti. Queste giurisdizioni passeranno alla lista grigia: chi ne fa parte è sottoposto al controllo della Ue per quanto riguarda gli impegni sul rispetto degli standard internazionali. Nella lista nera restano così soltanto nove giurisdizioni. Si tratta di Samoa, Bahrain, Guam, Isole Marshall, Namibia, Palau, Saint Lucia, Samoa e Trinidad e Tobago.

L'Ecofin aveva adottato un mese e mezzo fa la «lista nera» delle giurisdizioni extra-Ue non cooperative che non rispettano gli standard internazionali di trasparenza fiscale. Ne facevano parte 17 giurisdizioni oggi diventate nove. La Ue aveva approntato anche una «lista grigia» di cui facevano 47 Stati (oggi diventati 55) che non rispettano gli standard Ue di trasparenza ma che hanno comunicato impegni per non correre il rischio reputazionale di far parte della «black list». Tocca alla Ue naturalmente verificare che gli impegni assunti saranno rispettati e tocca ai ministri finanziari inoltre mettersi d’accordo sulle sanzioni cui i paesi della «black list» incorreranno se non si metteranno in regola. L’Ecofin su questo è ancora diviso.

Tre i criteri alla base della selezione per far parte o meno della lista nera: rispetto dello scambio automatico delle informazioni fiscali; equità fiscale; rispetto delle misure Ocse per contrastare l'ottimizzazione fiscale aggressiva. Gli impegni dovranno essere attuati entro fine 2018 per la maggior parte delle giurisdizioni mentre i paesi in via di sviluppo avranno un anno in più. Nella «lista grigia» si trovano anche Hong Kong, Turchia, Qatar, Taiwan, Liechtestein, San Marino, Svizzera.

La «lista grigia» è articolata per i criteri di selezione: trasparenza fiscale, giusta tassazione e rispetto standard minimi fiscali definiti a livello internazionale (si tratta delle misure Beps, Base Erosion and Profit Shifting: è l’insieme di strategie di natura fiscale che talune imprese pongono in essere per erodere la base imponibile e sottrarre imposte al fisco. La traslazione dei profitti da paesi ad alta imposizione a paesi a tassazione nulla o ridotta è, di fatto, una strategia che erode la base imponibile).

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

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