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Chi è Olaf Scholz, l’erede del falco Schäuble al ministero…

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Chi è Olaf Scholz, l’erede del falco Schäuble al ministero delle Finanze

Olaf Scholz
Olaf Scholz

Wolfgang Schäuble è stato protagonista del racconto della Germania e dell’Europa negli ultimi anni. Durante la crisi finanziaria globale e quella dei debiti sovrani era il guardiano dei conti, la voce dell’austerity. Nella lunga tragedia greca - salvare o no Atene - era il «cattivo» per definizione, perfetto sparring partner di Merkel: una faceva la buona, l’altro il severo, spesso facevano finta di litigare, qualche volta forse litigavano per davvero, insieme portavano a casa il risultato. Di lui si è scritto molto, una grande politico vecchio stile un po’ maverick, un caratteraccio, ma anche abile negoziatore per Helmut Kohl durante la riunificazione della Germania.

In questo senso il suo erede, il socialdemocratico Olaf Scholz, prossimo ministro delle Finanze tedesco e possibile vicecancelliere, non dovrebbe deludere: «È uno dei nostri cervelli più brillanti ma anche fra i più arroganti», aveva detto un mese fa un conoscente a un giornale vicino ad Amburgo.

Ed è da Amburgo che parte l’ascesa di Scholz, sindaco dal 2011, rieletto nel 2015 nonostante la poca attenzione, gli rimproverano i critici, per i concreti problemi della città. Sessant’anni a giugno, il signor Scholz entra nell’Spd a 17 anni, a 27 diventa avvocato, a 30 deputato del Bundestag, una moglie in politica, Britta Ernst, “ministro” dell’istruzione nello Schleswing-Holstein.

In questi anni Scholz non ha fatto solo il sindaco perché non ha mai mollato il partito, arriva al ministero delle Finanze da vicepresidente dell’Spd. Durante i negoziati che ieri hanno portato all’accordo per una nuova Grande Coalizione, Scholz ha mostrato estremo pragmatismo, scrive il sito Deutsche Welle. Dentro il partito la sua arroganza gli è costata consenso, ha così ottenuto la riconferma a vicepresidente con il 60 per cento, scrive il Financial Times. L’uomo è ambizioso e non si vuole fermare alla vicecancelleria, come ministro delle Finanze avrà un ruolo internazionale e influenzerà la politica economica di tutta l’Eurozona, il doppio ruolo è perfetto per pensare a un futuro da cancelliere, obiettivo che in effetti potrebbe raggiungere, scrive Handelsblatt.

Mente brillante e arrogante, modi gentili ma freddi, posizioni centriste spiccatamente business-friendly, questo sembra il nuovo compagno di strada di Merkel. I conservatori temono che come guardiano dei risparmi tedeschi non sia severo come il suo predecessore. Ma anche se si è detto favorevole all’aumento dei salari minimi, il futuro ministro Scholz non pare farà nessuna rivoluzione rispetto alla linea Schäuble.

A dicembre ha sì detto che bisogna essere più concilianti con Paesi come la Grecia; considera l’Unione europea non una semplice unione doganale ma un’area che deve sviluppare politiche comuni in tema di sicurezza, immigrazione, finanze, economia e politica estera.

L’intelligenza politica di Scholz è stata quella di lavorare accanto e lontano dal leader del suo partito, Martin Schulz. Scholz ha criticato la linea di Schulz e non ha fatto campagna elettorale per marcare la distanza con una strategia che considerava fallimentare. Ha avuto ragione, l’Spd ha registrato il peggior risultato dal dopoguerra, poco più del 20 per cento dei voti; ma nel disastro Scholz vince, passa da vicepresidente Spd a vicecancelliere. Un superministro anche se è classe dirigente di un partito perdente.

Durante il G20 di Amburgo lo scorso luglio, l’allora sindaco ha dimostrato di andare molto d’accordo con Merkel che lo ha avuto già come ministro del lavoro dal 2005 al 2009. Durante quel G20 Scholz ha affrontato le tipiche critiche al sindaco di una grande città che ospita un summit (l’estrema destra l’ha accusato di essere troppo tenero con i manifestanti violenti, altri gli hanno rimproverato di aver difeso la polizia e l’uso dei cannoni ad acqua). Resta comunque un politico molto amato, il terzo più popolare in Germania dopo Merkel e il vicecancelliere Spd Sigmar Gabriel, secondo un sondaggio di Forsa Institute a gennaio.

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