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COMMISSIONE EUROPEA

Cambio ai vertici Ue: Selmayr nuovo segretario generale al posto di Italianer

Martin Selmayr  - Afp
Martin Selmayr - Afp

Martin Selmayr è il nuovo segretario generale della Commissione europea. Con una decisione anomala per i tempi e le modalità, ha lasciato l'incarico di capo di gabinetto del presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, per prendere il posto dell'olandese Alexander Italianer. La notizia ha l'effetto di un terremoto ai vertici delle istituzioni europee, per il ruolo di Selmayr e soprattutto per il modo in cui lo ha interpretato in questi 3 anni e mezzo dall'insediamento del gabinetto Juncker.

Al suo posto subentra la vice Clara Martinez Alberola, spagnola, legata ai popolari José Maria Aznar e Mariano Rajoi. Vice capo di gabinetto del presidente diventa un britannico-polacco, Richard Szostack. Ci si interroga sulle ragioni che hanno portato a questo avvicendamento 20 mesi prima della scadenza del mandato della Commissione Juncker e soprattutto ci si chiede quali altri scenari possano aprirsi.

A Bruxelles le battute per descrivere il modo in cui Selmayr interpreta l'esercizio del potere si sprecano. L'ultima arriva da Libération: «Qual è la differenza tra Martin Selmayr e Dio? Dio sa di non essere Martin Selmayr». I suoi atteggiamenti e le sue modalità gli hanno procurato, negli anni, non pochi nemici e molte antipatie. La sua nomina è stata formalizzata questa mattina dal collegio dei commissari ma qualcosa era nell'aria da un po'. Il rumor più accreditato ipotizza che il potente capo di gabinetto tedesco di Juncker abbia cercato una sistemazione ancora più solida all'interno delle istituzioni comunitarie per mettersi al riparo dalle possibili conseguenze del cambio di governo in Germania. In sostanza Selmayr, molto vicino ad Angela Merkel, nel timore di non poter più contare sul solido sostegno della cancelliera e, anzi, rischiando eventuali e probabili attacchi dalla componente socialdemocratica del prossimo governo tedesco, “ha messo sotto pressione” Italianer, vicino alla pensione, fino a spingerlo a lasciare l'incarico di segretario generale con largo anticipo rispetto alla fine del mandato dell'esecutivo.

Il cambio del segretario generale, infatti, secondo le regole non scritte del galateo comunitario, avviene circa sei mesi dopo il cambio della Commissione, per assicurare una transizione ordinata e dare al nuovo presidente la possibilità di scegliere un suo uomo per la guida della struttura amministrativa. Nessun legame, invece, tra l'uscita di scena di Italianer e la vicenda Ema, in cui l'olandese ha avuto un ruolo per il semplice fatto di essere segretario generale della Commissione.

Un'altra voce, tutta da verificare, ipotizza che la “fuga” di Selmayr dalla guida del gabinetto Juncker sia legata alle condizioni di salute dello stesso presidente che potrebbe lasciare anticipatamente il mandato. Voce, questa, ricorrente da tempo e più volte smentita. Ad accreditarla ci sarebbe anche la scelta per la successione alla guida del gabinetto, caduta in modo automatico sulla vice di Martin, senza cercare candidati di più alto profilo. Ma se fosse davvero questo il motivo, la mossa di Selmayr è solo un piccolo assaggio di quello che accadrà nei prossimi mesi.

Il segretario generale ha un ruolo centrale nell'amministrazione dell'esecutivo comunitario. Dirige e coordina il lavoro di tutta la Commissione «per garantire che tutte le iniziative siano in linea con le priorità politiche del presidente»; gestisce il processo decisionale della Commissione; funge da interfaccia tra la Commissione e le altre istituzioni e organismi; garantisce che la Commissione sia sostenuta da un'amministrazione efficace, trasparente ed efficiente. In sostanza, mette il becco in tutte le decisioni e nessuno dubita dell'intenzione di Selmayr di ricoprire il nuovo ruolo con lo stesso piglio autoritario e decisionista con cui ha guidato il gabinetto Juncker. Nella bolla bruxellese, praticamente un Dio.

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