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Brexit, proposta trasversale di Corbyn: «Unione doganale con la…

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mossa a sorpresa del leader labour

Brexit, proposta trasversale di Corbyn: «Unione doganale con la Ue»

Jeremy Corbin tenta il colpo finale contro il governo May. In un discorso alla Conventry University, il leader del Labour Party ha fatto propria l’idea di un’Unione doganale con la Ue creando così le condizioni perché si formi una maggioranza alternativa nel parlamento britannico. Un gruppo di conservatori pro-europei, piccolo ma sufficiente a ribaltare l’esito delle votazioni, sostiene questa proposta, bocciata invece anche oggi da Theresa May perché limiterebbe il potere della Gran Bretagna di stringere nuovi accordi commerciali con altri paesi. La vittoria della nuova strategia dei laburisti potrebbe portare a nuove elezioni politiche.

Niente tariffe con l’Europa
Corbyn ha cercato di guadagnare consensi sulle innegabili difficoltà di Theresa May, che la lasciato «il paese nel buio» a venti mesi dal referendum. «Da tempo diciamo che un’Unione doganale è una opzione praticable per l’accordo finale», ha allora proposto il leader laburista: «Il Labour quindi vorrebbe negoziare una nuova ampia unione doganale con la Ue che garantisca che non ci siano tariffe con l’Europa e che ci aiuti ad evitare la necessità di una vera frontiera con l’Irlanda del Nord».

Un appello ai conservatori ribelli
Per ottenere questo risultato - ed è qui la chiave del discorso - il leader dei laburisti ha chiesto «ai parlamentari di tutti i partiti, pronti a mettere gli interessi dei cittadini davanti alle fantasie ideologiche, a unirsi a noi nel sostenere la scelta». May ha invece confermato la sua opposizione alla proposta.

Una voce in capitolo sulla politica Ue
L’idea di Corbyn di Unione doganale non manca di aspetti poco realistici. Il leader del Labour vorrebbe che la Gran Bretagna possa avere una voce nei futuri accordi commerciali dell’Unione. «La scelta di una nuova Unione doganale con la Ue dovrà assicurare che la Gran Bretagna abbia una voce nei futuri accordi commerciali». «Il Labour - ha poi aggiunto - non approverà un accordo che faccia della Gran Bretagna un destinatario passivo di regole decise da altri».

Fine della libera circolazione delle persone
Il leader del Labour ha anche precisato che la libera circolazione delle persone finirà, anche se i diritti dei cittadini Ue saranno garantiti. «Nelle trattative commerciali le nostre priorità sono la crescita, l’occupazione e gli standard di vita delle persone. Non ci scusiamo - ha poi aggiunto - perché abbiamo messo questi scopi prima di falsi obiettivi sull’immigrazione. Il Labour Party disegnerà le politiche di immigrazione basandosi su regole eque e una ragionevole gestione dei flussi».

Collaborazione su Euratom, Erasmus e diritti umani
Corbyn non ha semplicemente parlato di unione doganale ma ha anche sottolineato la necessità di mantenere la collaborazione con l’Unione europea su diversi temi, a cominciare da Euratom, passando per i diritti umani - e qui il leader del Labour ha parlato anche della Corte di Giustizia europea, che i Conservatori considerano invece un peso di cui liberarsi - fino ai programmi Erasmus.

No a un secondo referendum
Corbyn ha evitato strappi eccessivi sul piano interno. Non c’è stata nessuna promessa di secondo referendum, ma piuttosto la richiesta di un voto finale sull’esito delle negoziazioni. Il Labour, ha detto, rispetta il risultato del referendum e chiede solo che l’accordo sia favorevole all’occupazione e all’economia ed eviti una «corsa verso il basso», un concetto questo ripetuto più volte.

Una politica per l’occupazione
Il discorso è stata anche l’occasione, quindi, per ribadire i classici temi laburisti. Carbyn è convinto che gli esiti negativi di Brexit possono essere evitate applicando una politica che crei «protezione» per coloro che potrebbero essere colpiti dalla rottura dei rapporti con il mercato comune, e in particolare i più deboli. Corbyn ha riconosciuto la necessità di garantire diritti ai cittadini Ue in Gran Bretagna e di evitare la fuga di lavoratori competenti che già sta «impoverendo il sistema sanitario».

Zero tasse universitarie
Allo stesso tempo ha proposto la cancellazione delle tasse universitarie, e forme di riqualificazione per i lavoratori. I fondi europei dovranno inoltre essere utilizzati per finanziare la creazione di occupazione e di servizi (ha anche accennato alla creazione di una banca nazionale per gli investimenti). Corbyn ha anche accennato a «deroghe» da chiedere alla Ue a proposito della concorrenza nei servizi pubblici e delle privatizzazioni.

Euroscettico ma non anti-europeo
Il leader dei laburisti ha ammesso di non essere un euro-entusiasta. «Sono stato a lungo contrario all’introduzione dell’ortodossia del libero mercato e al deficit democratico dell’Unione europea, ed è per questo che ho fatto campagna per “restare e riformare”, prima del referendum. Lo scetticismo è sano, soprattutto nei confronti dei politici o dei luoghi comuni dell’establishment politico e mediatico, ma spesso il termine euroscettico in realtà diventa sinomino di antiEuropa, e io non sono per nulla anti-europeo: voglio una vicina e progressiva cooperazione con tutta Europa dopo Brexit».

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