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il negoziato

Brexit, la bozza Ue: «Irlanda del Nord nell’Unione doganale». Per la May è irricevibile

  • –dal nostro corrispondente

BRUXELLES – La Commissione europea ha presentato oggi l’attesa bozza di trattato in vista del divorzio della Gran Bretagna dall’Unione. Tra le altre cose, Bruxelles ha proposto che per risolvere la controversa questione irlandese è necessario mantenere «una coerenza regolamentare» tra la Repubblica d’Irlanda e l’Irlanda del Nord, in linea con un accordo tra Londra e Bruxelles raggiunto in dicembre. La proposta ha suscitato numerose critiche nel Regno Unito, a conferma di un negoziato difficilissimo.

In una conferenza stampa qui a Bruxelles, il capo-negoziatore Michel Barnier ha presentato una bozza di accordo di 120 pagine e 168 articoli. Il testo è nei fatti un trattato internazionale, in vista della trattativa con il Regno Unito. «Non è più questione di parole o di discorsi – ha avvertito l’uomo politico –. Siamo giunti a un momento in cui bisogna lavorare sui testi» perché mancano appena 13 mesi all’uscita del Paese dall'Unione, fissata per il 29 marzo 2019.

Il testo riprende l’accordo preliminare di dicembre (si veda Il Sole/24 Ore del 16 dicembre). Il punto più controverso del testo presentato oggi è quello relativo alla frontiera tra le due Irlande. L’obiettivo delle parti è di evitare il ritorno di un confine nell’Ulster, pur di preservare l’accordo del Venerdì Santo (1998). Tre erano le opzioni delineate dalle parti in dicembre: un futuro accordo di libero scambio; soluzioni tecniche al confine, e la partecipazione dell’Irlanda del Nord all'unione doganale.

In assenza di proposte da parte inglese sui due primi punti, nonostante le molte pressioni europee di queste settimane, il capo-negoziatore Barnier è stato costretto a scegliere la terza soluzione, che lascia intendere come l’Irlanda del Nord debba rimanere nell'unione doganale comunitaria, garantendo «un allineamento regolamentare» tra le due Irlande. Sono 141 gli accordi di cooperazione sui due lati della frontiera, secondo lo stesso uomo politico francese.

In questo senso, tra le altre cose, la bozza prevede controlli di dogana anglo-comunitari per i beni in arrivo nell’Irlanda del Nord dalla Gran Bretagna. Da Londra, la scelta comunitaria è inaccettabile perché viene considerata una minaccia all'ordinamento costituzionale della Gran Bretagna. A complicare la posizione britannica è che Londra, con Brexit, vuole uscire dall'unione doganale, ma al tempo stesso non intende reintrodurre un confine tra le due Irlande. Una soluzione inaccettabile per Bruxelles.

«La nostra responsabilità – ha risposto Michel Barnier alle critiche britanniche – è di garantire ai cittadini europei una soluzione funzionale ed operativa. La nostra soluzione non rimette in discussione l’ordinamento costituzionale. Prevede solo che alcuni cittadini britannici godano di situazioni diverse per preservare l'accordo del Venerdì Santo». L'uomo politico ha fatto l’esempio della salute animale nelle due Irlande: «Come possiamo immaginare di avere due sistemi diversi? Sarebbe impossibile».

Senza essere una sorpresa rispetto all'intesa prliminare di dicembre, altri aspetti contenuti nel testo restano controversi. Bruxelles vuole che i cittadini europei arrivati durante il periodo di transizione (tra il marzo 2019 e il dicembre 2020) abbiano gli stessi diritti dei cittadini arrivati in Gran Bretagna prima di Brexit. Londra invece è contraria, così come è contraria all'idea che la Corte europea di Giustizia continui a decidere le controversie su questi aspetti tra Londra e Bruxelles.

Nei fatti, Bruxelles sta mettendo la Gran Bretagna spalle al muro, esortandola a negoziare in concreto possibili alternative alla soluzione illustrata oggi. La questione irlandese è cruciale e dovrebbe indurre Londra a fare proposte che possano risolvere questo nodo, ma anche tracciare una strada sul futuro accordo di partenariato. Proprio venerdì la premier Theresa May dovrebbe pronunciare un discorso in cui forse presenterà le sue richieste a Bruxelles.

«Rimanete calmi e siate pragmatici», ha concluso Michel Barnier, rivolgendosi a una Gran Bretagna dove le divisioni politiche all'interno del governo May non mancano di emergere quotidianamente. L'obiettivo da parte di Bruxelles è di chiudere entro ottobre la trattativa sull'accordo di divorzio, così come l'intesa di transizione, in modo da permettere l'approvazione del Consiglio europeo, del Parlamento europeo e della Camera dei Comuni entro il 29 marzo dell'anno prossimo.

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