Questa volta ad accorciare le distanze con Amsterdam è stata proprio l'Agenzia europea del farmaco. Il board dell’Ema, chiamato poche ore fa a votare sul trasferimento della sede da Londra, in armonia con le regole finanziarie della stessa Agenzia, ha votato compatto: tutti i Paesi europei presenti a favore, Gran Bretagna astenuta,solo e Italia e Romania contro.
Il nostro Paese, dunque, a Lisbona, dove si è tenuto l'incontro straordinario dell'Ema, ha trovato un partner inatteso ma a poco è servito di fronte alle allettanti offerte che, pochissimi giorni fa, il Governo olandese ha recapitato a Christina Wirthumer-Hoche, presidente del board.
Wirthumer-Hoche il 13 febbraio aveva mandato una lettera al Governo olandese per chiedere chiarimenti soprattutto sugli aspetti finanziari del trasloco e il 23 febbraio, giusto in tempo per la riunione di Lisbona, è arrivata la risposta di Hugo de Jonge, ministro olandese della Salute.
«Sono felice di informarvi - scrive de Jonge nella lettera che il Sole 24 Ore ha potuto leggere - che nelle scorse settimane il team del ministero e il management dell'Ema sono stati a stretto contatto. Il governo olandese ha deciso di fare una nuova offerta per l'affitto annuale della sede, in linea con la richiesta che avete avanzato. Di conseguenza un nuovo accordo è stato raggiunto».
Il paradosso è che, ancora oggi, nessuno sa bene quale sia stata la precedente offerta. Fatto sta che di fronte alle indiscrezioni che indicavano una lievitazione dei costi del 34% rispetto all'offerta, il Governo olandese ha tagliato corto, anche per evitare che l'extracosto potesse ricadere sul bilancio Ue.
La nuova offerta prevede un costo annuale di affitto di 10.078.720 euro che include l'edificazione, la consegna chiavi in mano con arredamenti, un parcheggio per 104 automobili e 750 biciclette e le spese di mantenimento. Manutenzione, interventi, riqualificazioni e sostituzioni sono fuori dall'offerta. La spesa è soggetta ad una rivalutazione annua del 2% che a regime, vale a dire nel 2039, lieviterà a 14,6 milioni.
Il ministro della Salute olandese ha messo nero su bianco che, con questa nuova offerta che - va sottolineato - avviene in maniera diretta tra Agenzia europea del farmaco e uno Stato membro della Ue, l'Ema risparmierà fino al 38% rispetto all'affitto attuale a Londra che, si scopre ora, è esattamente di 16.255.697 euro all'anno.
Pochi giorni prima, il 21 febbraio, il segretario generale uscente della Commissione europea, l'olandese Alexander Italianer, aveva scritto alla stessa Wirthumer-Hoche, la cui richiesta di chiarimenti su costi e trasferimenti aveva ricevuto.
Ebbene, Italianer, verosimilmente in una delle ultima missive firmate prima di essere sostituito dal tedesco Martin Selmayr, ha chiarito che il compito della Commissione «si è limitato a valutare le offerte per facilitare il voto degli Stati membri sul cambio di sede. La Commissione non ha chiesto agli Stati membri di chiarire o completate le proprie offerte in modo da mettere tutte le offerte sullo stesso piano. La Commissione ha lasciato che a curare l’accuratezza e la completezza delle informazioni provvedessero gli Stati membri nelle proprie offerte». Un bel modo per lavarsi le mani della vicenda.
In fondo alla lettera c'è però del veleno che non è chiaro se sia stato del tutto neutralizzato nell'incontro straordinario dell'Ema a Lisbona. «Trovo che sia rilevante la questione sollevata per avere chiarimenti dall'Olanda sul costo stimato di 50 milioni per la costruzione chiavi in mani dell'edificio - scrive Italianer - per capire quali lavori rientrino e soddisfino gli specifici bisogni dell'Ema. Una volta che sia stata fatta chiarezza su questo, spero che le due parti possano cooperare da vicino per consentire all'Agenzia di sottoporre il dossier all'Autorità di bilancio. Così come è parimenti importante garantire la continuità dell'Agenzia e le migliori condizioni al suo staff con un trasloco indolore ed efficiente».
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