Domenica pomeriggio la polizia di Salisbury, nel sud dell’Inghilterra, aveva trovato due persone prive di conoscenza, sedute su una panchina di uno shopping center, Maltings. Definendo critiche le loro condizioni, i medici avevano sospettato che l’uomo e la donna - molto più giovane del compagno - fossero stati esposti a «una sostanza ignota». La Bbc ha dato un nome a uno di loro. Serghej Skripal, uno dei quattro cittadini russi protagonisti nel luglio 2010 di uno “scambio di spie” tra Russia e Stati Uniti.
Skripal e Igor Sutyagin, uno scienziato nucleare, condannati come agenti della Gran Bretagna, erano stati graziati e lasciati uscire dalla Russia in cambio del ritorno in patria di dieci agenti “dormienti” smascherati dagli americani. Tra loro Anna Chapman, divenuta in seguito famosa come presentatrice tv e modella. Da Vienna, Skripal e Sutyagin erano arrivati in Gran Bretagna, dove era stato concesso loro lo status di rifugiati.
L’ospedale di Salisbury ha ordinato la chiusura del pronto soccorso per decontaminarlo, segnalando il coinvolgimento di una decina di persone. Anche il centro commerciale resta chiuso.
Skripal, nato nel 1951, faceva parte dei servizi militari russi (Gru), che aveva lasciato nel 1999 con il grado di colonnello. Fino al 2003 aveva lavorato al ministero degli Esteri russo, ma venne arrestato l’anno dopo con l’accusa di spionaggio a favore della Gran Bretagna, e condannato nel 2006 per alto tradimento a 13 anni di carcere duro. Ai servizi segreti inglesi MI6, secondo l’accusa, Skripal avrebbe passato per 100mila dollari le identità di agenti russi attivi in Europa. Segreti di Stato. Lui - a differenza di Sutyagin - si era dichiarato colpevole.
La polizia britannica ha fatto sapere che, trovandosi nelle primissime fasi dell’inchiesta, non è in grado di determinare se a Salisbury sia stato commesso un atto criminale. Ma sembra inevitabile il collegamento con l’assassinio di un altro ex agente del Kgb, Aleksandr Litvinenko, avvelenato con plutonio radioattivo versato in una tazza di tè e morto dopo giorni di agonia a Londra nel 2006. Una morte che gli inquirenti inglesi avevano sostenuto fosse stata «probabilmente approvata» dal responsabile all’epoca dei servizi, Nikolaj Patrushev, e da Vladimir Putin.
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