Dopo il nulla di fatto tra i rappresentanti europei e statunitensi, al vertice di Bruxelles per scongiurare una guerra commerciale, Donald Trump torna a tuonare contro l’Ue. Rispondendo alle “lamentele” sui dazi, il presidente Usa minaccia in un tweet di tassare le auto e altri prodotti europei se l'Ue non abbasserà le sue «barriere e tariffe sui prodotti Usa». La commissaria europea al
commercio Malmstroem aveva invitato ieri la Casa Bianca ad escludere l'Ue dalle misure annunciate, ricordano che «siamo uno stretto partner».
The European Union, wonderful countries who treat the U.S. very badly on trade, are complaining about the tariffs o… https://twitter.com/i/web/status/972585290857672704
– Donald J. Trump(realDonaldTrump)
Il tema preoccupa le diplomazie internazionali: Unione Europea e Giappone, ad esempio, cercano di svincolarsi dalle annunciate misure protezionistiche di Trump. Le tariffe annunciate dalla Casa Bianca ammontano a rincari del 25% dei prezzi dell’acciaio e del 10% dell’alluminio, con l’esclusione di paesi come Australia, Canada e Messico. Dalle dichiarazioni ufficiali si indovina la possibilità che altri paesi possano essere esentati dall’applicazione di questi dazi ma la possibilità, Eventualità che l’amministrazione Trump intende vagliare caso per caso, evitando di coinvolgere organismi internazionali come il Wto, l’organizzazione mondiale del commercio, protagonista negli ultimi 25 anni di un processo di abbattimento delle barriere doganali, che ha aumentato fortemente il commercio internazionale.
Cina preoccupato. Il Giappone chiede esenzioni
Preoccupata la Cina. Il ministro cinese del Commercio Zhong Shan sulle tensioni con Washington ha detto «che non ci sarà alcun vincitore da una guerra commerciale che «porterà disastri a Cina, Usa e al resto del mondo: la Cina non vuole una guerra commerciale e non sarà quella che ne comincerà una». «Detto questo, siamo in grado di affrontare ogni sfida. Difenderemo con forza gli interessi del Paese e della sua gente», ha aggiunto Zhong, in una conferenza stampa a margine della sessione parlamentale. La guerra commerciale «non genera benefici a favore di alcuno».
Tokyo spinge (senza successo) per l’esenzione
Anche Tokyo sta cercando di aprire qualche spiraglio in più nelle trattative con Washington. Il ministro giapponese dell'Economia e del Commercio Hiroshige Seko ha chiesto direttamente al rappresentante del commercio Usa, Robert Lighthizer, un'esenzione dai dazi su acciaio e allumininio, senza successo.«Le esportazioni giapponesi di acciaio e alluminio non hanno un impatto sulla sicurezza nazionale degli Stati Uniti, e contribuiscono in forte misura all'occupazione Usa e la loro crescita economica», ha ribadito Seko nel corso della conferenza che ha seguito il suo incontro a Bruxelles col segretario Usa e il commissario europeo per il commercio Cecilia Malmstrom. Tuttavia, Seko ha indicato che Lighthizer si è limitato a spiegare la tempistica e la procedura per l'implementazione delle nuove tariffe. Sull'intenzione dell'Ue di adottare contromisure, Seko ha aggiunto: «I provvedimenti che si basano
sulle rappresaglie non servono gli interessi di nessuna nazione», ha detto il ministro nipponico, ritenendo che sia più opportuno riferirsi ai principi dell'Organizzazione mondiale del commercio (Wto), «per evitare di scatenare una guerra che si fonda sulle ritorsioni commerciali».
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