Il governo russo respinge l’ultimatum di Londra. La richiesta della premier britannica Theresa May di ammettere le responsabilità - «molto probabili» - di Mosca nell’avvelenamento dell’ex spia Sergei Skripal, 66 anni, e di sua figlia Yulia, 33 anni, realizzato con un’arma chimica di uso militare, l’argente nervino Novichok, sviluppato dall’Unione sovietica, non è ricevibile.
Accuse «prive di senso»
«Tutto questo è privo di senso», ha detto il ministro degli Esteri Sergei Lavrov che ha aggiunto: «Non abbiamo niente a che fare con questa storia. Prima di dare un ultimatum di 24 ore per dare indicazioni al governo britannico, sarebbe stato meglio osservare gli obblighi previsti dalle norme internazionali».
Mosca chiede di esaminare l’agente nervino
Invocando il diritto internazionale, e in particolare la Convenzione sulle Armi chimiche rafiticata da Mosca nel ’97, Lavrov ha quindi chiesto di aver accesso alla sostanza chimica utilizzata per il tentato omicidio, avvenuto a Salisbury il 4 marzo. «A questa richiesta assolutamente legittima - ha spiegato Lavrov - abbiamo ricevuto una risposta incomprensibile, che può in generale essere riassunta dicendo che la nostra domanda è stata respinta». Non è mancata una nota polemica dal sapore antico: «Bisognerebbe ricordarsi che l’era del colonialismo è da molto tempo una cosa del passato».
Morto un ex collaboratore di Berezovsky
Lavrov ha anche ricordato che nel caso, del tutto analogo, dell’assassinio dell’ex agente del Kgb Alexander Litvinenko, morto nel 2006 a Londra dopo aver bevuto tè al polonio 210, molto radioattivo, la collaborazione con la Gran Bretagna, - che anche in quel caso accusò Mosca - fu interrotta perché «l’inchiesta era stata secretata». Per il presidente della Duma, Viacheslav Volodin, i responsabili sono i servizi segreti e le autorità britanniche. Nessun legame con la vicenda Skripal sembra avere intanto la morte, ieri, di Nikolai Glushkov, un ex collaboratore dell’oligarca Boris Berezovsky, trovato strangolato nel 2013.
In attesa delle sanzioni
Inevitabili, ora, le sanzioni. Il governo di Mosca - secondo una fonte sentita dall’agenzia Bloomberg - si aspetta l’espulsione di alcuni diplomatici, mentre misure più drastiche, come l’esclusione delle banche russe dal sistema di pagamenti Swift è considerata poco probabile. Non è escluso che ritorsioni siano introdotte anche dagli alleati della Gran Bretagna. Si è parlato anche del ritiro delle squadre di calcio dal campionato del mondo di questa estate. Il ministro degli Esteri Boris Johnson ha parlato di una risposta «commisurata ma forte».
Trump: Mosca spieghi
Il governo di Londra ha ricevuto molte manifestazioni di solidarietà. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha telefonato in serata a Theresa May. «Il governo della Federazione Russa deve fornire risposte inequivocabili su come questo agente chimico, sviluppato in Russia, sia arrivato a essere utilizzato nel Regno Unito», ha detto alla premier. «Mi sembra che sia stata la Russia - aveva scritto poche ore prima in un tweet - sulla base delle prove che hanno. Parleremo oggi con Theresa May, e appena avremo capito i fatti, se saremo d’accordo, condanneremo la Russia o chiunque sia stato». Ieri il segretario di Stato Usa Rex Tillerson - che però oggi è stato sollevato dall’incarico da Trump - ha giudicato la Russia «un’irresponsabile fonte di instabilità nel mondo».
Mogherini: pronto il sostegno Ue
L’Unione europea si è schierata con la Gran Bretagna. Federica Mogherini, responsabile della politica estera di Bruxelles, ha definito «scioccante» l’uso di armi chimiche e ha detto che la Ue è «pronta a offrire sostegno, se richiesto». Per il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, la vicenda è «orrenda». Il vicepresidente della Commissione Ue ha espresso «piena solidarietà al popolo e al governo britannico». Il ministro tedesco degli Esteri uscente, Sigmar Gabriel, ha condannato «al massimo grado questo attentato»: «Se si dovesse confermare che c’è dietro la Russia, sarebbe una faccenda molto seria», ha aggiunto.
Le iniziative francesi
La Francia, attraverso il ministro degli Esteri Jean-Yves Le Drian, ha detto che il tentato omicidio compiuto «con l’uso di un agente neurotossico di qualità militare rappresenta un attacco totalmente inaccettabile», e ha ribadito di essere contraria all’«impunità di coloro che ricorrono o sviluppano agenti tossici»: solo il 23 gennaio il governo di Parigi ha proposto un partenariato internazionale per contrastare il ricorso alle armi chimiche che ha fatto circa 14mila morti dal 2012 a oggi.
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