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WORLD ECONOMIC OUTLOOK

Fmi: l’Italia accelera ma resta ultima in Europa. Rischi al ribasso sulla crescita globale

La direttrice del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde (Afp)
La direttrice del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde (Afp)

Migliorano leggermente le prospettive del Fondo monetario internazionale per l'economia italiana, vista in crescita dell'1,5% quest'anno, tanto quanto registrato nel 2017. L’Italia resta però il fanalino di coda dell’Eurozona, superata
da Germania (+2,5%), Francia (+2,1%), Spagna (+2,8%) e anche Grecia (+2%). Per il 2018 è atteso un +1,1% per l’Italia. È quanto si legge nelle tabelle del World Economic Outlook, il rapporto sull'economia globale dell'Fmi redatto nell'ambito degli Spring Meetings che da giovedì prossimo entreranno nel vivo a Washington, Stati Uniti.

Le stime per il 2018 sono state alzate dello 0,1% rispetto all'aggiornamento del Weo dello scorso gennaio e dello 0,4% rispetto all'edizione del documento elaborata lo scorso ottobre. Per il 2019 le previsioni sono rimaste invariate rispetto ai calcoli fatti a gennaio ma sono aumentate dello 0,2% rispetto al Weo dell'autunno.

Rischi politici per l’Italia
Facendo riferimento alle elezioni italiane del 4 marzo scorso, il Fondo monetario internazionale sostiene che «l'incertezza politica aumenta i rischi per l'attuazione delle riforme o la possibilità di modifiche all'agenda di governo» prevista. L'istituto di Washington ne ha parlato «nel contesto delle elezioni in arrivo o sulla scia di quelle che ci sono state in alcuni Paesi» tra cui l'Italia, appunto. Il Fondo cita anche il Messico, la cui popolazione andrà alle urne a luglio, il Brasile, dove si voterà a ottobre per le presidenziali, e la Colombia, dove si è votato a marzo.

Nel mondo confermata una crescita solida (+3,9%)
Il Fondo ha invece lasciato invariate a +3,9% le stime della crescita globale per il 2018 e per il 2019, in miglioramento rispetto al +3,8% registrato nel 2017 (già il tasso di crescita piu' forte dal 2011) grazie a un «notevole rimbalzo del commercio globale». L'istituto di Washington ha però avvertito: «Il momento attuale non è garantito». E sebbene i rischi siano attualmente equilibrati, per il futuro prevalgono quelli «al ribasso». Questo significa che c'è il rischio di un rallentamento della congiuntura, che nel 2017 ha visto due terzi dei paesi da cui derivano circa tre quarti del Pil globale vivere una crescita piu' veloce rispetto all'anno precedente, massimo del 2010.

Eurozona: crescita accelera a +2,4%
Il Fondo monetario internazionale ha rivisto al rialzo le stime di crescita per il 2018 dell'Eurozona, riflesso «di una domanda interna più forte delle attese, di una politica monetaria di sostegno e di prospettive migliorate per la domanda esterna». Tra le principali economie, ancora una volta è la Spagna a correre più di tutti e a godere, tra l'altro, della revisione al rialzo piu' grande delle previsioni. La crescita di medio termine è però vista rallentare a un +1,4%, «frenata da una produttività bassa a fronte di sforzi deboli sul piano delle riforme e trend demografici sfavorevoli». Per il momento, i tassi di crescita «al di sopra del trend» rappresentano un «contributo importante al tanto atteso rafforzamento dell'attività economica nelle economie avanzate». Stando alle tabelle contenute nel Weo, per quest'anno nell'Eurozona è attesa un'economia in espansione del 2,4%, una performance migliore di quella registrata nel 2017 (+2,3%) e superiore dello 0,2% rispetto alle stime dello scorso gennaio e dello 0,5% al di sopra di quelle dello scorso autunno. Per il 2019 è previsto un +2%, tanto quanto previsto nell'aggiornamento al Weo diffuso a inizio anno e lo 0,3% sopra le previsioni dell'edizione dello scorso ottobre.

“L'incertezza politica aumenta i rischi per l'attuazione delle riforme o la possibilità di modifiche all'agenda di governo”

Fmi, World Economic Outlook 

Francia in accelerazione, frena la Spagna
Tra le principali quattro nazioni dell'Eurozona, la crescita è vista rafforzarsi rispetto allo scorso anno in Francia mentre dovrebbe indebolirsi in Spagna e restare invariata in Germania e Italia. Di tutte queste nazioni, il Fondo ha ritoccato al rialzo le previsioni rispetto sia all'aggiornamento del Weo di gennaio sia all'edizione del rapporto dello scorso ottobre. Ancora una volta è la Spagna a registrare un'espansione economica superiore agli altri. A Madrid il Pil è visto crescere del 2,8% nel 2018 e del 2,2% nel 2019 dopo un +3,1% nel 2017; a Berlino è atteso un +2,5% quest'anno e un +2% il prossimo; a Parigi è atteso un +2,1% nel 2018 e un +2% nel 2019 dopo un +1,8% nel 2017; a Roma è previsto un +1,5% nell'anno in corso e un +1,1% nel prossimo.

Investimenti in ripresa
Nel fornire le sue previsioni, il Fondo ha osservato una ripresa degli investimenti nelle economie avanzate, una crescita che ha continuato ad essere forte in Asia, un balzo delle economie emergenti d'Europa e segni di ripresa in vari Paesi esportatori di materie prime. Il Fondo tuttavia si aspetta che nel medio termine la crescita globale rallenti a un tasso del 3,7%. Il motivo? «Una volta che lo slancio ciclico e gli stimoli fiscali Usa avranno fatto il loro corso, le prospettive per le economie avanzate resteranno limitate dato il loro lento potenziale di crescita».

“La ripresa graduale degli esportatori di materie prime insieme allo slancio atteso in India controbilanceranno in parte il graduale rallentamento della Cina ”

Fmi, World Economic Outlook 

Nelle economie emergenti invece l'espansione resterà sui livelli del 2018-19: «la ripresa graduale degli esportatori di materie prime insieme allo slancio atteso in India controbilanceranno in parte il graduale rallentamento della Cina e il ritorno delle economie emergenti dell'Europa ai tassi di crescita inferiori al trend». Nel suo World Economic Outlook l'istituto guidato da Christine Lagarde ha lasciato invariate le stime di crescita globale rispetto a quelle calcolate nell'aggiornamento del Weo dello scorso gennaio; rispetto all'edizione del Weo dello scorso ottobre, c'è stato un miglioramento dello 0,2% in tutti e due gli anni.

I fattori favorevoli
Lo slancio «è sostenuto da un forte quadro attuale, da un umore favorevole dei mercati, da condizioni finanziarie accomodanti e dalle ripercussioni internazionali e locali della politica fiscale espansiva in Usa». Il Fondo è comunque cauto: «Con condizioni finanziarie ancora morbide e con un'inflazione ostinatamente bassa che ha richiesto una politica monetaria accomodante per un lungo periodo di tempo, un ulteriore aumento delle vulnerabilità finanziarie potrebbe portare a una rapida stretta delle condizioni finanziarie globali, cosa che peserebbe sulla fiducia e la crescita». Tra gli altri rischi il Fondo cita politiche nazionali che ledono il commercio internazionale e un peggioramento delle tensioni geopolitiche. Ecco perché - come spiegato in più occasioni da Lagarde - bisogna sfruttare il momento attuale per attuare le riforme a beneficio di tutti.

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