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Nucleare Iran, Europa unita per proteggere le sue aziende. Merkel: faremo di tutto

Angela Merkel, Emmanuel Macron e Theresa May
Angela Merkel, Emmanuel Macron e Theresa May

L’Europa oltre l’Ue trova un’unica voce il giorno dopo l’annuncio di Donald Trump di voler uscire dall’accordo sul nucleare iraniano firmato dal predecessore Barack Obama nell’estate 2015. È una voce dettata più dall’interesse che dal principio ma poco importa, il ministro dell’Economia tedesco Olaf Scholz è chiaro: «Faremo tutto quello che è in nostro potere per far sì che questa decisione colpisca le aziende europee il meno possibile».

Ci vuole tempo, ha aggiunto Scholz, per capire quali conseguenze possano derivare da un annuncio del genere perché Trump come al solito detta una linea ma non dettaglia quindi bisognerà capire cosa si potrà fare e cosa no per evitare le «punizioni» americane. «Rimarremo vincolati a questo accordo e faremo di tutto affinché l’Iran lo rispetti» ha detto Merkel applaudita a una riunione di partito a Berlino, aggiungendo che vi è piena sintonia con Parigi e Londra.

In queste ore, le supposte divergenze fra Merkel e il presidente francese Macron sono venute meno, e i due ritrovano l’intesa con la premier britannica Theresa May sperimentata sui dazi e a dispetto dei difficili negoziati per Brexit.

Gli americani non dovrebbero sottovalutare che l’elenco di chi vuole tenere in piedi l’accordo e ha dichiarato che continuerà a rispettarlo si allunga oltre l’Europa e include Russia e Cina. Si vedrà come Trump spiegherà «al suo amico Xi» (come ha twittato ieri) cioè alla Cina mediatrice fra Nord e Sud Corea perché vuole favorire il dialogo fra Seoul e Pyongyang ma sbattere la porta in faccia all’Iran, è un fatto però che se gli europei continueranno a muoversi uniti si ritroveranno accanto influenti alleati.

Nelle prime ore che seguono la dirompente dichiarazione di Trump, sembrano delinearsi due livelli di reazione. Il governo tedesco nella persona di Merkel dichiara di voler salvare l’accordo tout court. Il governo francese nella persona di funzionari non meglio identificati dal Financial Times punta a sfruttare i prossimi tre-sei mesi prima che le nuove sanzioni americane entrino in vigore per creare una zona franca a beneficio delle aziende dell’Unione europea.
Il ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire annuncia poi che entro fine settimana parlerà con il segretario al Tesoro americano Mnuchin per «studiare la possibilità di evitare queste sanzioni»: lavoriamo, dice Le Maire, affinché siano mantenuti i diritti delle imprese attuali su vari progetti.

Il tempo dei diplomatici è poco, sabato 12 maggio gli Stati Uniti potrebbero sancire la rottura definitiva con l’Iran ed è per questo che all’inizio della prossima settimana i ministri degli Esteri di Francia, Germania e Regno Unito incontreranno la controparte iraniana per iniziare un dialogo che ha il chiaro obiettivo di non spezzare il Dialogo possibile grazie all’accordo del 5+1 firmato tre anni fa e in vigore dal gennaio 2016.

Oggi Macron ha parlato con il presidente iraniano Hassan Rouhani, colloquio già in agenda ma che ha assunto nuova importanza. I presidenti di Francia e Iran vogliono lavorare insieme per mantenere l'accordo sul nucleare, fa sapere in un comunicato l'Eliseo, durante la telefonata Macron ha chiesto a Rouhani di impegnarsi nelle trattative sui missili balistici e sulle capacità nucleari a lungo termine.

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