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Italia-Giappone, prove di partnership per l’Africa

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CONFERENZA INTERNAZIONALE A tokyo

Italia-Giappone, prove di partnership per l’Africa

Prove di partnership tra Italia e Giappone in direzione dell'Africa. La prima conferenza internazionale “New Vision For Africa – Africa, Italy and Japan” si è svolta sabato 19 maggio all'Università Sophia di Tokyo per cercare di elaborare una cornice di cooperazione pubblico/privata che combini l'expertise italiana e le risorse giapponesi in modo da poter contribuire ad alleviare alcuni dei problemi del continente africano anche con modalità innovative.

Organizzata dalla Comunità di Sant'Egidio, dalla Rissho Kosei-kai e dall'Università Sophia con il sostegno dei Ministeri degli esteri italiano e

Italia-Giappone: prove di partnership per l'Africa

giapponese, l'iniziativa ha inteso approfondire il dialogo e la collaborazione dei due Paesi G7 per l'Africa e con l'Africa (erano presenti un gran numero di personalità africane, politiche e non). Il Direttore generale per le questioni globali e la mondializzazione della Farnesina, Massimo Gaiani, ha evidenziato le opportunità offerte dal continente africano ma anche le molte sfide che deve affrontare ed alla cui soluzione Italia e Giappone possono più utilmente contribuire se sapranno unire le forze ed operare a fianco dei Paesi africani in maniera sinergica.

«Una straordinaria, prima occasione, innovativa nel metodo e nelle proposte, attraverso la quale qualificati rappresentanti delle due società civili, italiana e giapponese, hanno portato all'attenzione del grande pubblico le grandi tematiche africane del futuro – afferma l'ambasciatore d'Italia a Tokyo Giorgio Starace. - Si tratta di un'iniziativa su cui abbiamo lavorato da tempo, in stretto raccordo e contatto con la comunità diplomatica africana a Tokyo e con il ministero degli esteri giapponese, muovendo dalle preziose esperienze e sinergie maturate tra Italia e Giappone in occasione delle recenti presidenze G7 e dei vertici di Ise-Shima (2016) e Taormina (2017)».

In assenza dei motivi storici, geografici ed economici che rendono l'Africa vicina in tutti i sensi al nostro Paese – più direttamente interessato a stabilizzazione e sviluppo regionale - , solo in tempi relativamente recenti il Giappone ha “scoperto” il continente come una priorità strategica. Con la “Ticad VI Dichiarazione di Nairobi” dell'agosto 2016 il premier Shinzo Abe aveva fatto proprie le risultanze della conferenza , che evidenziavano tre pilastri per lo sviluppo: promozione di trasformazioni economiche strutturali, di sistemi di sanità adeguati e di una stabilità sociale. Nell'occasione, Abe aveva promesso 30 miliardi di dollari in progetti pubblici e privati di supporto.

Gli organizzatori del convegno hanno ora sottolineato l'urgenza di creare nuove forme di cooperazione internazionale a diversi livelli (governativo, non governativo e privato), anzitutto - ma certo non solo - per venire incontro ai più urgenti problemi umanitari sul fronte della povertà, educazione ed assistenza medica. «Oggi chiediamo ai governi di Italia e Giappone di lavorare insieme, come hanno iniziato a fare, così come è stato avviato un solido sentiero di cooperazione tra associazioni della società civile e del mondo religioso», ha detto Alberto Quattrucci, della Comunità di Sant'Egidio, presente in 27 Paesi africani e protagonista essa stessa di alcune vicende politiche importanti (come la firma della pace in Mozambico nel 1992 dopo 16 anni di conflitti). Di recente, Sant'Egidio ha collaborato a progetti comuni in Africa con il governo giapponese e l’agenzia per la cooperazione internazionale Jica.

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