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Ue all’Italia: serve una riduzione del deficit dello 0,6% del Pil nel 2019

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
BRUXELLES - Presentando come ogni anno in primavera nuove raccomandazioni-paese, la Commissione europea ha avvertito oggi qui a Bruxelles che si aspetta di lavorare con il futuro nuovo governo italiano, atteso a breve, «sulla base del dialogo, del rispetto e della comprensione reciproca».

Con l'occasione, l'esecutivo comunitario ha ricordato che nel 2019 le regole comunitarie prevedono un aggiustamento strutturale del deficit dello 0,6% del prodotto interno lordo.

«Dobbiamo rispettare la legittimità e il ritmo democratici e quindi aspettare la fine dell'iter costituzionale e la formazione di un nuovo governo – ha detto il commissario agli affari monetari Pierre Moscovici alla richiesta di un commento sul programma del futuro esecutivo -. La Commissione non deve pronunciarsi sugli annunci, ma sugli atti, le leggi e in particolare il bilancio (…) Ci aspettiamo di lavorare con il futuro nuovo governo sulla base del dialogo, del rispetto e della comprensione reciproca».

A proposito delle finanze pubbliche, il commissario ha spiegato in una conferenza stampa che «la questione del debito è importante per l'Italia e per i suoi cittadini (…) Richiede una risposta credibile da parte del futuro nuovo governo (…) Rimaniamo attenti». In buona sostanza, Bruxelles sta aspettando la nascita di un nuovo governo prima di commentare il controverso accordo di coalizione che Movimento Cinque Stelle e Lega Nord hanno messo a punto negli scorsi giorni.
I due partiti, che stanno negoziando la formazione di un nuovo governo a Roma, vogliono tra le altre cose introdurre una specie di flat tax ed adottare un reddito di cittadinanza. Secondo i calcoli dell'Osservatorio conti pubblici, il pacchetto potrebbe costare tra 109 e i 126 miliardi di euro. Molti osservatori temono che non vi siano a tutta prima le coperture necessarie, tanto più che nel loro programma i due partiti elencano misure poco concrete, quali riduzione della spesa e nuovi privatizzazioni.

Intanto la Commissione europea ha deciso oggi che il paese sta rispettando il criterio del debito (oggi al 133% del PIL), anche perché i dati di deficit del 2017 si sono rivelati migliori del previsto. Grazie alla crescita economica più forte delle attese, il disavanzo è stato migliore di 0,2 punti percentuali. Rimane invece aperta la questione del 2018. L'Italia infatti è a rischio di non rispettare il Patto per via di una finanziaria, presentata a suo tempoo dal governo Gentiloni, ritenuta non abbastanza ambiziosa.

Nei documenti pubblicati oggi, l'esecutivo comunitario si limita a notare che «l'aggiustamento di bilancio nel 2018 appare attualmente inadeguato». Bruxelles valuterà sulla base del DEF aggiornato, atteso dal futuro nuovo governo nelle prossime settimane. Per quanto riguarda il 2019, la Commissione chiede una riduzione del deficit strutturale di almeno lo 0,6% del PIL, un impegno che stona rispetto alle proposte di politica economica della maggioranza M5S-Lega Nord.

Quanto alle raccomandazioni-paese, Bruxelles suggerisce al futuro nuovo governo italiano di «ridurre la durata dei processi civili», «continuare allo stesso ritmo la diminuzione dei crediti inesigibili» nei bilanci bancari, «promuovere nuove misure per riformare il mercato del lavoro». Inoltre, la Commissione nota che la spesa pensionistica è destinata a risalire dopo recenti annacquamenti al sistema previdenziale. Un monito a non rimettere in discussione recenti riforme.

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