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Svizzera: domenica il voto sulla libertà di credito per le banche…

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Un referendum sorprendente

Svizzera: domenica il voto sulla libertà di credito per le banche private

(Marka)
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LUGANO – L'ultimo sondaggio sul voto popolare di domenica in Svizzera sull'iniziativa Moneta intera , reso noto a fine maggio, indica un 54% di no, un 34% di sì e un 12% di indecisi. Le previsioni sono quindi di una bocciatura. Ma l'iniziativa, inusuale soprattutto per un Paese finanziariamente solido come la Svizzera, ha sorpreso e fa discutere.
I sostenitori di Moneta intera, che contano sul parere positivo di una pattuglia ristretta ma agguerrita di economisti elvetici, propongono che, oltre al denaro contante, anche la moneta scritturale dei conti bancari venga emessa esclusivamente dalla Banca nazionale svizzera (Bns). Le normali banche non potrebbero insomma più emettere moneta attraverso la concessione di crediti. Alla Bns spetterebbe il compito di mettere in circolazione denaro “non gravato da debito”, quindi senza alcuna contropartita, fornendolo direttamente alla Confederazione, ai Cantoni oppure alla popolazione. Gli obiettivi dichiarati dei sostenitori di Moneta intera sono quelli di rendere più sicuro il denaro della clientela delle banche e di prevenire crisi finanziarie.

Il fronte dei contrari è ampio. La stessa Banca nazionale svizzera è per il no, il suo vertice ha affermato di considerare negativamente la concentrazione nelle sue mani di un potere eccessivo e fuori luogo, che toglierebbe agli istituti di credito una funzione essenziale e che esporrebbe la Bns anche a pressioni politiche per finanziare la spesa pubblica. Il Consiglio federale (il Governo elvetico) ha respinto l'iniziativa e lo stesso ha fatto il Parlamento nazionale. L'Esecutivo e il Legislativo rossocrociati hanno sottolineato come un sì a Moneta intera comporterebbe l'adozione di un sistema mai applicato nel mondo e l'abbandono di un sistema monetario e valutario che funziona; per Governo e Parlamento inoltre Moneta intera indebolirebbe il settore finanziario svizzero, con riflessi negativi alla fine anche per i clienti delle banche.

Le firme necessarie però sono state raccolte ed ora si va al voto. Stupisce la maggioranza non molto grande di no nei sondaggi. Delle due l'una: o in realtà il no nelle urne sarà più largo, oppure nell'iniziativa è confluito un certo malumore ancora esistente contro il ruolo rilevante del settore bancario in Svizzera. L'economia elvetica d'altro canto va bene (nel primo trimestre 2018 il Pil è cresciuto del 2,2% su base annua) e la disoccupazione è in ulteriore discesa (a fine maggio era al 2,4%). Dall'esito del voto di domenica la risposta sulle ragioni di una iniziativa e di una discussione che sorprendono, in particolare su una scena economica come quella svizzera.

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