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Europa, stretta sul copyright: arriva la tassa sui link (e meme a…

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diritto d’autore

Europa, stretta sul copyright: arriva la tassa sui link (e meme a rischio)

(Bloomberg)
(Bloomberg)

Strette in arrivo su contenuti e filmati diffusi online. Inclusi gli amatissimi meme, le immagini che spopolano (gratis) sui social network. La commissione Giuridica dell’Europarlamento ha dato il via libera ad alcune, controverse modifiche alla direttiva sul Digital Single Market (mercato unico digitale) proposta dalla Commissione europea nel 2016. A far discutere sono soprattutto gli articoli 11 e 13 della nuova proposta di legge: l’articolo 11 prevede l’implementazione di una «link tax», una tassa sui link che costringerebbe colossi come Google o Microsoft a pagare gli editori per ogni contenuto diffuso dalle propria piattaforme; l’articolo 13 tocca da vicino gli utenti, perché richiede a piattaforme di largo utilizzo come YouTube o Instagram di installare dei filtri che che impediscano ai navigatori di caricare materiale protetto da copyright. Fino ad oggi, social network e altre piattaforme online non erano direttamente responsabili sui contenuti inseriti nei propri sistemi, almeno dal punto di vista del diritto d’autore.

I relatori: atto dovuto. Ma c’è chi teme la fine «dell’internet libero»
La direttiva deve passare per il voto di Eurocamera (il2 luglio) e, in caso di esito favorevole,per le negoziazioni in Consiglio. A festeggiare, per ora, sono soprattutto gli editori, soddisfatti da una legge che riconosce «l’utilità di Internet e dei suoi contenuti». Di parere opposto i gruppi di lobbisti delle aziende tech e gli attivisti per il free interet, la Rete libera che sarebbe ora sotto la minaccia dei «filtri» imposti dalla direttiva. Julia Reda, eurodeputata tedesca dei Verdi, considera «inaccetabile» le restrizioni profilate: «La gente avrà problemi nel fare cose quotidiane come discutere le notizie ed esprimersi online - dice - Sigillare la nostra libertà di partecipazione per servire gli interessi di grossi gruppi è intollerabile». Il gruppo di lobbying Ccia, che vede tra i suoi membri Google e Facebook, ha già annunciato che contesterà le modifiche: «Faremo pressing sugli europarlamentari per respingere queste modifiche e supportare regole sul copyright blanciate, nel rispetto dei diritti online e nel supporto dell’econo0mai digitale online». Raegan MacDonald, capo delle politiche pubbliche europee di Mozilla, dice che «è deludente che appena poche settimane dopo il debutto del Gdpr i parlamentari approvino una legge che danneggerà il Web in Europa. Con ramificazioni globali».

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