Nessuna bozza preconfezionata sui migranti al vertice di domenica a Bruxelles ma una discussione informale dove l’Italia potrà far valere in pieno le sue tesi su finanziamento al Trust fund Africa, superamento di Dublino, centri di assistenza ai migranti nella sponda Sud, rimpatri volontari assistiti quantomeno da Libia e Niger. Come già era accaduto una settimana fa con la minaccia (poi rientrata) di far saltare il viaggio in Francia da Macron anche questa volta c’è stato un “chiarimento” tra il premier Giuseppe Conte e la cancelliera tedesca Angela Merkel.
Quest’ultima si è rivelata così la vera regista (per superare i problemi con la Csu bavarese) dell’incontro di Bruxelles a dispetto delle ospitanti istituzioni comunitarie. Il premier italiano non diserterà quindi il vertice sui migranti il quale si concluderà solo con un “summary” sulle questioni poste dalle varie delegazioni. La tensione con i nostri partner Ue resta comunque molto alta perché con Parigi si sta aprendo una nuova polemica dopo la dichiarazione del presidente francese Macron che ha definito il populismo italiano «una lebbra».
È stato però lo stesso premier italiano in un post su facebook a chiudere l’incidente con la Germania rendendo noto di «avere ricevuto una telefonata dalla Cancelliera». «Era preoccupata – ha scritto Conte - della possibilità che io potessi non partecipare al pre vertice di domenica sul tema immigrazione. Le ho confermato che per me sarebbe stato inaccettabile partecipare a questo vertice con un testo già preconfezionato. La Cancelliera ha chiarito che c’è stato un “misunderstanding”: la bozza di testo diffusa ieri verrà accantonata. Verrà presentata la proposta italiana e se ne discuterà insieme alle proposte di altri Paesi».
Non verrà discussa, quindi, la bozza contenente le misure volte a regolare i “movimenti secondari” dei migranti, che interessano al ministro dell’Interno tedesco Seerhofer per rispedire in Italia i richiedenti asilo oggi presenti in Germania ma sbarcati nel nostro Paese. Ciò non vuol dire che la strada per il nostro Paese sarà tutta in discesa anche perché se al vertice non saranno presenti i Paesi di Visegrad il cancelliere austrico Kurz ha posizioni non troppo lontane. Prima dei “movimenti secondari” Conte porrà il tema del maggiore controllo alle frontiere Schengen e di un cambio di prospettiva dalla “solidarietà alla responsabilità condivisa”.
I tre punti centrali della proposta italiana si possono riassumere così: 1) condividere gli oneri finanziari e garantire che gli Stati membri coprano i circa 500 milioni di euro necessari a coprire 1,2 miliardi di euro necessari a far decollare il Trust Fund Africa per creare occasioni alternative al business dei trafficanti. Il linguaggio contenuto nella bozza finale del vertice del 28 è troppo debole al riguardo e il nostro ambasciatore a Bruxelles ha mantenuto ieri una “riserva” chiedendo impegni più forti. 2)Il regolamento di Dublino non va riformato ma superato. Il testo della presidenza bulgara è inadeguato. Nel frattempo Dublino, creato nel ’90 per regolare i flussi dalle frontiere terrestri da Est si dovrà applicare solo alle nostre frontiere di terra e non a quelle marittime Schengen. 3) Creare centri di assistenza ai migranti nei Paesi di transito da dove organizzare rimpatri assistiti volontari come i 28mila già realizzati in Libia in accordo con l’Oim e come quelli dal centro italiano di Agadez in Niger. L’Unhcr gestirà i i migranti in arrivo elegibili per lo status di rifugiati (tra il 5 e il 10% del totale arrivi) inviandoli in tutti i Paesi Ue e non più solo in Italia. Proposte in parte condivise dal commissario Ue alla Migrazione Dimitris Avramopoulos secondo il quale però «le misure unilaterali non sono la risposta alla migrazione».
Ma le posizioni dell’Italia sono nel frattempo prese a bersaglio dal presidente francese Emmanuel Macron che ieri si è difeso dalle accuse di inazione sull’accoglienza dei migranti per tuonare contro la “lebbra” populista in Europa. «Li vedete crescere come una lebbra, un po’ ovunque in Europa, in Paesi in cui credevamo fosse impossibile vederli riapparire. I nostri amici vicini dicono le cose peggiori e noi ci abituiamo! Fanno le peggiori provocazioni e nessuno si scandalizza di questo» ha dichiarato Macron. Pronta la reazione del ministro dell’Interno Matteo Salvini: «Macron ha detto che chi non accoglie è un populista lebbroso. Un signore, eh, caviale, champagne e signorilità. Ma io lezioni da un Paese che ha l’esercito alla frontiera italiana non ne prendo. Se la Francia si prende dieci barconi dalla Libia, ne riparliamo». E ha aggiunto «Mi spiace solo che la Francia ai Mondiali stia battendo il Perù».
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