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Dazi, da Harley Davidson sgarbo a Trump: fuori dagli Usa parte della produzione

Una moto Harley Davidson, icona dei «centauri» (Reuters)
Una moto Harley Davidson, icona dei «centauri» (Reuters)

NEW YORK - La guerra dei dazi tra Stati Uniti e Europa zittisce i motori della Harley Davidson. L'iconica casa americana di motociclette ha fatto sapere che sposterà parte della sua produzione fuori dagli Usa per cercare di attenuare l'impatto della rappresaglia dell'Unione Europea contro le sue due ruote, una rappresaglia scattata dopo che l'amministrazione Trump ha fatto entrare in vigore dazi su acciaio e alluminio che hanno colpito in particolare paesi alleati.

L'azienda di Milwaukee, in un filing alle autorità mobiliari, ha indicato che produrrà moto destinate al mercato del Vecchio continente fuori dai confini nazionale per ovviare a “balzelli” che, salendo dal 6% al 31% sui suoi prodotti, aumenterebbero il costo medio per esportare ciascun prodotto spedito direttamente dagli Stati Uniti di circa 2.200 dollari. Il trasferimento della produzione avverrà nell'arco dei prossimi 18 mesi. Harley, che ha indicato di non voler far lievitare i prezzi per i consumatori, ha anche previsto un onere in bilancio da qui a fine anno tra i 30 e i 45 milioni di dollari. In un segno delle preoccupazioni di Wall Street sul contagio del conflitto commerciale, i titoli del gruppo hanno ceduto questa mattina circa il 3 per cento.

«L'aumento della produzione internazionale per alleviare il peso dei dazi europei non e' la strada preferita dall'azienda - ha affermato Harley nella sua documentazione - Ma rappresenta l'unica opzione sostenibile per mantenere le motociclette accessibili ai clienti nella Ue e per preservare il business in Europa».

L'Europa è la seconda piazza per fatturato alle spalle degli Usa e l'anno scorso ha riportato l'acquisto di 40.000 moto targate Harley. Trump aveva fatto in passato Harley un simbolo della sua America First e della volontà di rilanciare il made in Usa, un programma che oggi potrebbe essere paradossalmente incrinato dai suoi interventi unilaterali che traumatizzano l'interscambio. La mossa dell’azienda non è piaciuta al presidente americano, che l’ha stigmatizzata in un minaccioso tweet: «Harley Davidson deve sapere che non potranno rivendere le loro moto negli Usa senza pagare una tassa salata!».

L'intero mercato internazionale è oggi considerato cruciale dalla casa americana per le sue prospettive di sviluppo, davanti all'invecchiamento dei grandi consumatori americani - i cosiddetti baby boomers - che erano stati i suoi tradizionali acquirenti. Per questo l'azienda ha già aperto stabilimenti in Tailandia, Brasile, India e Australia Nel solo primo trimestre del 2018, le vendite all'estero sono cresciute al passo del 12% mentre quelle domestiche sono scivolate dello 0,2 per cento.

La Ue ha introdotto dazi per 3,2 miliardi contro una seria di tipici prodotti statunitensi, compreso il bourbon, il succo d'arancia, il burro d'arachidi, motoscafi, sigarette e jeans. Washington aveva imposto dazi del 25% sull'acciaio e del 10% sull'alluminio citando ragioni di sicurezza nazionale che a suo avviso richiederebbero di proteggere la siderurgia domestica.

La spirale di dazi e tensioni commerciali innescata dalla Casa Bianca rischia di lasciare sulla sua strada numerose vittime non solo americane e il settore dei trasporti è particolarmente nel mirino. Trump ha minacciato dazi anche contro le auto di importazione (del 20% dopo aver parlato in passato del 25%) e in particolare europee, nonostante la forte produzione locale di colossi del Vecchio continente quali la tedesca Bmw che a Spartanburg in North Carolina ha il suo più grande impianto al mondo. Le accuse di Trump ai partner di pratiche commerciali scorrette, oltretutto, sono men che fattuali a cominciare proprio dall'auto: se l'Europa ha dazi medi del 10% sui veicoli importati, gli Stati Uniti hanno comunque il 2,5% e soprattutto il 25% a difesa della loro unica vera produzione nazionale redditizia, quella di Suv.

Casa Bianca, con i dazi l’Ue tenta di punire i lavoratori Usa
«La Ue sta tentando di punire i lavoratori americani, impegnandosi in pratiche commerciali ripetutamente ingiuste»: lo ha detto la portavoce della CasaBianca Sarah Sanders nel briefing quotidiano a chi le chiedeva di rispondere alla decisione della Harley-Davidson di spostare alcune produzioni per i clienti europei fuori dagli Usa per evitare i contro-dazi di Bruxelles. La Sanders ha inoltre vantato i successi ottenuti finora della politica economica di
Trump.

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