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Ceta prezioso per il made in Italy: export in Canada +8%

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ACCORDI COMMERCIALI

Ceta prezioso per il made in Italy: export in Canada +8%

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
BRUXELLES – Le esportazioni italiane verso il Canada sono aumentate dell'8% dal settembre scorso, secondo statistiche canadesi annunciate oggi dalla Commissione europea. Il dato è interessante perché giunge mentre il nuovo governo italiano ha lasciato intendere che non vuole ratificare il nuovo trattato di libero scambio con il paese nord-americano (CETA). Proprio oggi, Bruxelles ha confermato che le ultime cifre mostrano un aumento del protezionismo nel mondo.

« Il trattato CETA è stato buono per l'Italia », ha detto qui a Bruxelles la commissaria al Commercio Cecilia Malmström, riferendosi all'accordo di libero scambio con il Canada entrato in vigore provvisoriamente in settembre. L'intesa è attualmente oggetto di ratifica nazionale. Il governo Conte ha lasciato intendere che il Parlamento potrebbe bocciare il CETA quando giungerà il momento di votare, bloccando in teoria a livello europeo la piena entrata in vigore dell'accordo.

In realtà, poiché non vi è scadenza per le diverse ratifiche nazionali e poiché i passaggi politici e amministrativi sono numerosi, non necessariamente il voto del Parlamento italiano contro il CETA comporterebbe una automatica e immediata abrogazione dell'intero accordo, anche della parte già applicata in via provvisoria. Tra le altre cose, non bisogna dimenticare che l'Italia ha dato il suo pieno benestare al trattato commerciale in sede di Consiglio. Difficile rinnegarlo d'emblée.

Interpellata oggi, la signora Malmström ha detto di non avere avuto contatti con il governo italiano sull'atteggiamento che Roma potrebbe avere sul CETA. Parlando a La Stampa qualche giorno fa, il ministro delle politiche agricole Gian Marco Centinaio ha criticato l'intesa commerciale «perché tutela solo una piccola parte dei nostri prodotti DOP e IGP», ossia di denominazione di origine controllata e di indicazione geografica protetta. Il CETA contiene 143 DOP, di cui 41 italiani.

Sempre oggi, la Commissione ha pubblicato il rapporto annuale sulle barriere commerciali contro prodotti europei : in tutto 396, con un aumento di 67 nel 2017; 45 barriere sono invece state abrogate o ridotte. «Il protezionismo è in aumento», ha detto l'esecutivo comunitario. «I nove paesi che più hanno barriere appartengono tutti al G-20». La signora Malmström ha precisato che le ultime decisioni cinesi e americane non sono state prese in considerazioni, poiché sono state introdotte nel 2018.

Nel contempo, la commissaria ha annunciato che misure per limitare l'aumento dell'importazione di acciaio ed alluminio in Europa potrebbero entrare in vigore a metà luglio, dopo la scelta americana di adottare nuove tariffe commerciali su questi due metalli. «Non c'è nessun dialogo con gli Stati Uniti da quando hanno imposto i dazi» su acciaio e alluminio, e «per il momento non è prevista nessuna discussione», ha aggiunto la signora Malmström.

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