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Vittoria di Uber: riottiene la licenza a Londra per 15 mesi

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era statA banditA un anno fa

Vittoria di Uber: riottiene la licenza a Londra per 15 mesi

Uber vince l’appello: nuova licenza di 15 mesi a Londra (Reuters)
Uber vince l’appello: nuova licenza di 15 mesi a Londra (Reuters)

Uber, la piattaforma online di trasporti privati, ha vinto il suo appello al tribunale di Londra: riotterrà la licenza di 15 mesi per operarenella capitale britannica, dopo esserne stata bandita circa un anno fa con l’accusa di aver violato alcune leggi e non controllare a sufficienza l’attività dei suoi driver (i conducenti). L’azienda aveva fatto ricorso c0ntro la decisione di Transport for London, l’organo competente, di sospendere il permesso all’azienda, ritenuta «inadatta» a muoversi nel suo mercato europeo principale. La City vale da sola oltre 3,6 milioni di utenti, circa il 5% dei 75 milioni che si registrano su scala globale. Il giudice Emma Arbuthnot ha accolto le motivazioni dell’azienda, anche se il verdetto non sconfessa la posizione di Transport for London: Uber ha ammesso che la «scelta era giusta», ma ha dimostrato di essersi adeguata agli standard richiesti. A questo proposito, l’azienda californiana dovrà rimborsare 425mila sterline a Tfl per le spese legali sostenute nel corso del processo.

Una «licenza di prova». Il sindaco: si rispettino le regole
La decisione arriva, in realtà, dopo un “riavvicinamento” fra Uber e i regolatori che si è protratto per alcuni mesi. La scelta di una licenza limitata nel tempo, secondo il giudice Arbuthnot, dovrebbe permettere alle autorità di verificare se Uber sta mantenendo o meno gli impegni presi dopo il periodo di stand by che si è chiuso con il verdetto di oggi. Il primo cittadino di Londra, Sadiq Khan, ha ribadito il concetto con un tweet dove spiega Uber potrà tornare in azione «ma solo con un set chiaro di regole che saranno monitorate e attuate da Transport for London». La decisione, sottolineano le agenzie internazionali, non pone comunque fine alla lunga serie di problemi legali incontrati dalla piattaforma. Uno dei tanti fronti aperti è quello sullo status giuridico dei suoi conducenti, tema caldo per l’intero settore della gig economy (l’economia dei lavori occasionali). Proprio a Londra il tribunale del lavoro locale ha dato ragione a due conducenti che richiedevano il riconoscimento dello status di dipendenti, costringendo la multinazionale a un ulteriore appello. Negli Stati Uniti, nel frattempo, l’azienda si misura con la denuncia di 14 donne che dicono di essere state molestate dai driver di Uber.

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