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VERSO IL VERTICE DI BRUXELLES

Chi finanzia la Nato e perché Trump chiede agli alleati di pagare di più

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
BRUXELLES – È con malcelato nervosismo che i membri europei della Nato affrontano mercoledì il vertice annuale dell'organizzazione militare. A dispetto dell'accordo di cooperazione tra l'Unione europea e l'alleanza militare, che verrà firmato proprio oggi qui a Bruxelles, il barometro delle relazioni tra i due lati dell'Oceano atlantico non potrebbe segnalare un clima più tempestoso. Spese militari e commercio internazionale stanno avvelenando il rapporto euro-atlantico.

«Gli Stati Uniti stanno spendendo molto più a favore della Nato di qualsiasi altro paese membro – ha scritto su Twitter lunedì il presidente Donald Trump –. Non è giusto, non è accettabile. Anche se questi paesi hanno aumentato i loro contributi, devono fare di più». Qualche giorno prima in una riunione politica aveva detto: «Lo dirò alla Nato: dovrete iniziare a pagare i conti. Gli Stati Uniti non si occuperanno di tutto, tanto più che ci stanno massacrando sul fronte commerciale».

Da tempo, ormai, il presidente americano aizza gli animi dell'America profonda, facendo un legame tra una spesa militare europea troppo bassa e un attivo di bilancia commerciale sempre europeo troppo elevato. Le critiche provenienti da Washington non mancano di innervosire gli alleati europei, preoccupati in cuor loro di non riuscire a mantenere l'unità tra i Ventotto dinanzi a un partner americano sempre meno prevedibile. Peraltro nel merito la posizione di Washington è discutibile.

Secondo le ultime statistiche della Nato, la spesa militare dei paesi membri europei e del Canada è aumentata in questi ultimi anni: dell'1,8% nel 2015, del 3,3% nel 2016, del 4,3% nel 2017. Ciò detto, l'organizzazione militare ha stabilito che ciascun paese membro dovrebbe spendere nel settore della difesa almeno il 2% del proprio prodotto interno lordo. L'Italia spende l'1,13% del Pil. Gli Stati Uniti oltre il 3,5%. Tre paesi europei spendono meno dell'1,0%: la Spagna, il Belgio e il Lussemburgo.

Trump striglia gli alleati Nato

Gli europei spiegano a ragione che maggiore sicurezza si traduce anche in aiuti allo sviluppo, per esempio in Africa. Riassume in un recente articolo Robin Niblett, il direttore del centro-studi londinese Chatam House: «Gli Stati Uniti stanno usando la loro dominante forza militare per forzare gli europei a cambiare la loro politica commerciale. Il nodo non è tanto la spesa militare al 2,% del Pil quanto di riconoscere il dominante potere americano e il suo diritto a a seguire o a non seguire le regole dell'ordine mondiale».

Dinanzi alla nuova politica isolazionista americana, l'Unione europea ha deciso alla fine del 2017 di perseguire forme di cooperazioni rafforzate nel settore della difesa. L'ambizione è di affrancarsi dall'ombrello americano, ma i Ventotto restano combattuti tra il desiderio di perseguire la propria strada e la paura di abbandonare l'alleato americano. In cuor loro, molti governi sembrano preferire sottostare alla dominazione americana piuttosto che all'eventuale dominazione di un proprio vicino continentale.

Il vertice di questa settimana - tra mercoledì e giovedì nella nuova sede dell'organizzazione militare costruita sulla pista del primo aeroporto di Bruxelles fondato nel 1908 - sarà l'occasione per un nuovo confronto. Nello stesso modo in cui sul commercio i Ventotto sono colti di sorpresa dalle invettive americane, anche sulla difesa il presidente Trump ha l'innegabile capacità di trascinare gli europei su un terreno troppo politico per una Unione europea ancora incompleta.

Vertice Nato e spese militari. Le critiche di Trump agli alleati europei

Un anno fa, sempre in occasione del vertice annuale della Nato, il presidente Trump aveva evitato di citare esplicitamente l'articolo 5 del trattato dell'organizzazione militare che prevede la difesa collettiva in caso di attacco (richiamato in occasione degli attacchi terroristici del 2001). Poche settimane fa, lo stesso presidente aveva suggerito il controverso ritorno della Russia nel G-7. Diplomatici europei si chiedono quale sorpresa riserverà loro la Casa Bianca questa settimana.

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