LONDRA - Dopo due anni di tortuosi negoziati e conflitti interni, il Governo britannico ha presentato oggi in Parlamento il White Paper, un documento di 98 pagine che delinea le proposte di Londra sui rapporti futuri con l'Unione Europea.
La strategia prevede un «accordo di associazione» tra Gran Bretagna e Ue che mantenga stretti rapporti di cooperazione lasciando la maggiore autonomia possibile a Londra. Le proposte sono più dettagliate ma invariate nella sostanza rispetto alle linee-guida presentate dalla premier Theresa May ai suoi ministri venerdì scorso a Chequers.
Obiettivo: accordo con la Ue entro ottobre
Nonostante le critiche del fronte pro-Brexit e le dimissioni per protesta del ministro degli Esteri Boris Johnson, del responsabile dell'uscita dalla Ue David Davis e di altri sottosegretari e deputati, la May ha deciso di mantenere invariata la rotta. La premier ha detto oggi di voler procedere «il più speditamente possibile» verso un accordo definitivo, da siglare prima del summit europeo di ottobre.
Le critiche però non si sono affievolite. La presentazione del White Paper a Westminster è stata caotica e i lavori del Parlamento sono stati sospesi per qualche minuto per attendere che si placassero le proteste dei deputati e venissero distribuite abbastanza copie del documento.
Il nuovo ministro per l'uscita dalla Ue, Dominic Raab, un noto euroscettico, ha dichiarato che le proposte del Governo sono state fatte «in uno spirito di pragmatismo, compromesso e amicizia». Ora la palla passa a Bruxelles, ha aggiunto: «Spero che la Ue le accolga nello stesso spirito».
L’area di libero scambio delle merci
Il portavoce degli euroscettici, il deputato conservatore Jacob Rees-Mogg, ha detto che il White Paper rende la Gran Bretagna uno «stato vassallo» e che porta a «una Brexit di nome ma non di fatto». Il presidente americano Donald Trump, che arriva oggi per una visita ufficiale di due giorni in Gran Bretagna, ha dato il suo sostegno al fronte pro-Brexit dichiarando che il Governo «ha scelto un'altra strada» e che la proposta della May «non è quella per la quale la gente ha votato».
La strategia della May prevede uno strettissimo allineamento con Bruxelles sul commercio, con regole comuni per facilitare gli scambi ed evitare blocchi alle frontiere. La Gran Bretagna resterebbe in una grande area di libero scambio con la Ue, accettando in toto la libera circolazione delle merci, una delle quattro libertà sancite dai Trattati di Roma.
Unione doganale di fatto
Andrebbe siglato un «accordo doganale facilitato», un'unione doganale di fatto che allinea la Gran Bretagna alle regole Ue sulle merci industriali e sui prodotti agricoli anche in futuro per garantire il libero scambio e risolvere il problema del confine interno irlandese. Funzionari doganali britannici farebbero da esattori, raccogliendo i dazi per poi passarli alla Ue. Il sistema si basa su controlli telematici high tech al confine per stabilire se le merci sono destinate alla Gran Bretagna o alla Ue.
Sempre in un'ottica pro-business, la Gran Bretagna ha confermato anche che intende continuare a essere membro delle agenzie europee che stabiliscono le regole nel settore aerospaziale e su farmaci e prodotti chimici.
Londra si riserva però la libertà di stabilire le proprie tariffe e di negoziare accordi commerciali con Paesi terzi, anche se l'allineamento alle regole Ue sarebbe una limitazione a intese con Paesi con norme diverse come gli Stati Uniti. Il Parlamento britannico, sottolinea il documento, resta comunque sovrano e si riserva il diritto di deviare dalle regole Ue.
Non è chiaro se e come il sistema potrebbe funzionare in pratica e lo stesso ministro del Commercio Estero, Liam Fox, ha ammesso ieri in Parlamento che «sono meccanismi che non sono mai stati messi in pratica e non è certo che le regole sarebbero accettate dall'Organizzazione mondiale del commercio».
Addio al passaporto automatico per le banche
Il White Paper prende le distanze invece dalle altre tre libertà di circolazione sancite dalla Ue: servizi, capitali e persone. Sui servizi, soprattutto finanziari, che rappresentano l'80% dell'economia britannica, il Governo britannico ha rinunciato alla speranza di un riconoscimento reciproco delle regole ma spera di arrivare a un'intesa sull'equivalenza. Per Londra è più importante mantenere la libertà di stabilire le proprie regole, ma ammette che «ci saranno più barriere all'accesso ai mercati Ue di quante ce ne sono ora». In ogni caso finirà il «passporting» e le banche britanniche dovranno aprire una sede in un altro Paese Ue per poter operare sui quei mercati.
L’ira della City
La City of London Corporation ha definito le proposte «un vero colpo» per il settore finanziario. «Il riconoscimento reciproco delle regole sarebbe stato il modo migliore per continuare a servire i nostri clienti, - ha detto Miles Celic, Ceo di TheCityUK -È deplorevole e frustrante che un negoziato a questo fine non sia stato neanche tentato».
Stop a libera circolazione delle persone (ma con eccezioni)
Per quanto riguarda la libera circolazione delle persone, il documento insiste che finirà perché la Gran Bretagna intende riprendersi il controllo delle frontiere, ma accenna a un'apertura ai lavoratori e studenti Ue che andrà definita in futuro. Londra si impegna a stipulare un “mobility framework”, un accordo per facilitare l'ingresso di cittadini Ue in Gran Bretagna e dei cittadini britannici nei Paesi Ue per motivi di studio o di lavoro temporaneo senza bisogno di un visto. Non ci sono però segnali di un ammorbidimento della linea dura della May sull'immigrazione.
© Riproduzione riservata