Un totale di 10mila poliziotti dispiegati sulle frontiere europee entro il 2020, per rinforzare il lavoro già svolto dall’agenzia Frontex. È una delle proposte annunciate dal commissario europeo per le migrazioni Dimitris Avramopoulos a margine del vertice di Innsbruck, una riunione informale tra ministri dell’Interno che si è svolta oggi nella città austriaca. Avramopoulos ha anche voluto precisare, però, che l’Europa «non è in emergenza» nella gestione del fenomeno: «Nel 2015 c'erano stati 1,8 milioni di arrivi in Europa - ha detto - Lo scorso anno duecentomila e quest'anno ancora di meno. Questo vuol dire che le politiche hanno funzionato».
Il tema ha comunque tenuto banco per tutto il summit, a partire dall’incontro ad hoc fra il ministro degli Interni Matteo Salvini e i suoi omologhi Horst Seehofer (Germania) e Herbert Kickl (Austria). Ed è proprio l’intesa fra i tre ad attirare l’attenzione, dopo i rischi di collisione che si erano creati sulla gestione dei flussi secondari (il trasferimento di migranti da un paese Ue all’altro).
Un nuovo vertice dei «volenterosi» il 19 luglio
«L’asse dei volenterosi», come si è autobattezzato il trio Kickl-Salvini-Seehofer, ha trovato «punti di vicinanza» e previsto un nuovo vertice il 19 luglio. In agenda c’è il progetto di «portare a zero l’immigrazione illegale», dice Kickl, dopo un incontro che ha rinsaldato l’unico obiettivo in comune: frenare gli ingressi in Europa, aumentando i controlli alle frontiere esterne e istituendo piattaformedi sbarco fuori dalla Ue. «In realtà le cose sono semplici - ha detto Kickl - Potrà entrare sul suolo europeo solo chi ha bisogno di protezione» .La stessa Commissione europea, aggiunge Kickl, è «ben al corrente del progetto» e starebbe valutando la possibilità di aderire. La posizione si allinea a quella di Salvini, che ha ribadito l’equazione «meno partenze, meno arrivi» e i suoi appelli per più controlli dalla Libia e una modifica delle regole europee in materia. Soddisfatto anche Seehofer, il ministro bavarese che ha costretto la cancelliera Angela Merkel a un accordo restrittivo sulle frontiere dopo il mezzo flop del Consiglio europeo dello scorso 28-29 giugno. I tre ministri avrebbero potuto rischiare la collissione sul tema dei movimenti secondari, il passaggio di migranti da un paese Ue all’altro. Salvini sostiene di aver risposto «no, grazie» alle richiesta di Seehofer di riprendere in patria i profughi che hanno varcato il confine a nord.
Piattaforme di sbarco? Kickl: non bisogna essere pessimisti
Per ora, comunque, non state fissate scadenze sull’istituzione di pattuglie di confine, i centri di riumpatrio o hotspot nei paesi terzi rispetto alla Ue. «Ma non capisco perché tutti debbano sempre essere così pessimisti - ha replicato Kickl a chi avanzava dubbi - Facciamo solo quello che la gente si aspetta da noi». In un documento presentato ai colleghi in occasione del summit, Kickl ha precisato comnque che si potrebbe arrivare entro il 2025 a «pieno controllo e piena protezione delle frontiere esterne». Sulla realizzabilità di piattaforme fuori dai confini Ue, è arrivata la sponda del ministro belga Theo Franken: «Se si è trovato un accordo con la Turchia - ha detto - Si può farlo con altri paesi». Lo stesso Franken, esponente del partito fiammingo conservatore Nieuw-Vlaamse Alliantie, aveva detto che il vertice si sarebbe fatto «molto interessante» con la presenza di Salvini e ha postato un tweet dove è immortalato insieme al leader del Carroccio. «Lavoreremo insieme» dice, annunciando partnership nel contrasto alla criminalità. Ad altri, però, l’approccio trilaterale dei «volenterosi» risulta più indigesto. Il ministro degli Interni portoghese Eduardo Cabrita ha sottolineato che la questione migratoria va gestita a livello comunitario, «e non uninazionale».
© Riproduzione riservata