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Trump minaccia dazi su tutti i prodotti cinesi e attacca ancora la Fed

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commercio e valute

Trump minaccia dazi su tutti i prodotti cinesi e attacca ancora la Fed

NEW YORK - Donald Trump rimane pronto, anzi prontissimo, a imporre dazi su 500 miliardi di importazioni made in China. Vale a dire su praticamente ogni dollaro di merci cinesi che oggi entrano sul mercato statunitense. «Siamo sotto di un ammontare tremendo», ha tuonato il presidente riferendosi al deficit americano nell’interscambio con Pechino che ha preso come nemico pubblico numero uno dei suoi piani per il “riscatto” dell’America.

«Sono pronto ad arrivare a 500 miliardi», ha risposto alla domanda se quel traguardo, già menzionato in passato, rimaneva oggi valido. Finora Trump ha fatto scattare, accanto a dazi su acciaio e alluminio, sanzioni su 34 miliardi di beni cinesi che saranno seguiti in agosto da altri 16 miliardi e ha identificato prodotti per altri 200 miliardi. Ulteriori 200 e più miliardi nel mirino dipenderebbero dalle risposte di Pechino. «Faccio questo per il bene del Paese, siamo stati derubati dalla Cina per lungo tempo».

Le nuove minacce hanno tuttavia innervosito i mercati finanziari e sono contrastate da molte associazioni di business, che vedono traumi al commercio e alle catene globali di forniture e produzione con in ultima analisi seri danni all’espansione.

Il nuovo affondo sulla Cina, dagli schermi delle rete Tv Cnbc, avviene oltretutto assieme a assalti contro Paesi alleati, oggi concentrati sull'auto e contro la Ue, ripetutamente definita da Trump come nata specificamente per approfittarsi dell'America. Trump ancora negli ultimi giorni ha minacciato dazi del 20-25% sulle vetture e componenti importate, in particolare da Unione europea e Giappone.

Gli ha risposto in una conferenza stampa il Cancelliere tedesco Angela Merkel: ha denunciato eventuali dazi americani nell'automotive come contrari alle regole della World Trade Organization e come un rischio per il benessere globale. «Vediamo le potenziali barriere tariffarie non solo come una violazione delle norme del Wto, ma anche come una reale minaccia alla prosperità di molti al mondo». Il prossimo 25 luglio il Presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker sarà in visita alla Casa Bianca e l'auto sarà in cima all'agenda.

Se le guerre commerciali all'estero sono al centro delle strategie di Trump, il presidente ha anche alzato il tiro contro un nuovo nemico interno, la Federal Reserve, accusandola di non aiutare l’economia con la sua politica di rialzi seppur graduali dei tassi di interesse. Gli attacchi, cominciati ieri sempre dagli schermi di Cnbc, sono arrivati ora via Twitter. Le strette della Fed, ha incalzato Trump, «adesso danneggiano tutto ciò che abbiamo fatto». Ancora: «Gli Stati Uniti dovrebbero poter recuperare quanto hanno perso a causa di manipolazioni delle valute e pessimi accordi commerciali - ha detto - C’è debito in scadenza e noi alziamo i tassi, seriamente?».

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