Si intensificano le tensioni commerciali tra gli Stati Uniti e la Cina. La nazione asiatica sembra pronta a imporre nuovi dazi su 60 miliardi di dollari di importazioni americane nel caso in cui l'America di Donald Trump dovesse fare scattare nuove tariffe doganali contro beni Made in China in arrivo sul suo territorio. I dazi ventilati da Pechino spazierebbero dal 5%, 10%, 20% e 25%.
L'avvertimento in arrivo dalla nazione asiatica segue la conferma, giunta da Washington il primo agosto, che il presidente americano, Donald Trump, ha chiesto al rappresentante commerciale statunitense, Robert Lighthizer, di prendere in considerazione un rialzo al 25% dal 10% dei dazi proposti a giugno su beni cinesi per 200 miliardi di dollari l'anno. Oltre ai dazi sui pannelli solari e lavatrici e su acciaio e alluminio (che non prendono di mira solo la Cina), Washington ha già introdotto, lo scorso 6 luglio, dazi del 25% su 34 miliardi di beni cinesi.
Altri dazi dello stesso valore su 16 miliardi di importazioni cinesi sono ancora oggetto di analisi ma potrebbero scattare tra qualche giorno o settimana visto che il periodo di analisi ad esso dedicati è finito l'1 agosto. Il mese scorso Trump è arrivato a dire di essere disposto a sanzionare tutto quello che viene importato in Usa dalla Cina, pari lo scorso anno a oltre 500 miliardi.
Le minacce si aggiungono alle barriere già in vigore. Il 5 luglio scorso Trump ha fatto scattare dazi del 25% su 34 miliardi di import (sono 818 categorie di prodotti) e altri 16 miliardi di merci saranno colpiti in agosto. E ha minacciato di alzare il tiro fino a tutti gli oltre 500 miliardi di importazioni cinesi annuali negli Usa. Pechino ha replicato con le prime rappresaglie e minacciando a sua volta di intensificare le repliche, una minaccia ribadita adesso davanti allo spettro delle sanzioni statunitensi sugli altri 200 miliardi di prodotti.
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