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Possibili scenari

Brexit, acquisti online più cari e ritardi in dogana: ecco la Gran Bretagna del «no deal»

Dominique Raab, responsabile del Governo britannico per l’attuazione di Brexit
Dominique Raab, responsabile del Governo britannico per l’attuazione di Brexit

Un «buon accordo» con Bruxelles è «lo scenario più probabile», assicura Dominic Raab, il ministro per l’uscita dall’Unione Europea, ma al tempo stesso ha pubblicato linee guida in caso di mancata intesa con la Ue.

I primi 24 “documenti tecnici” sulle prospettive per diversi settori in caso di “hard Brexit”, pubblicati giovedì, intendono sia dimostrare che Londra è pronta per ogni evenienza, che fare pressioni sulla Ue per arrivare a un compromesso che renda possibile un accordo prima di ottobre. Oltre 80 documenti verranno pubblicati nei prossimi giorni, visibili sul sito del Governo britannico (il Department for Exiting the European Union) .

Raab ha sottolineato che migliaia di persone stanno lavorando su Brexit nei vari dicasteri per fare in modo che «le leggi siano approvate, il personale sia a disposizione e le nostre istituzioni siano pronte per Brexit, che ci sia un accordo o meno».

Il quadro dipinto dal Governo britannico però non è positivo: le prospettive in caso di “no deal” sono di un aumento della burocrazia e di tempi più lunghi e costi più elevati sia per i cittadini che per le imprese. Vediamo cosa contengono i documenti pubblicati da Raab sulle conseguenze pratiche e immediate di una “hard Brexit”.

Imprese: tariffe in vista
Il documento avverte che «la libera circolazione dei beni tra la Gran Bretagna finirà» e si prevede che la Ue imporrà tariffe sugli scambi. Le imprese dovranno compilare dichiarazioni per la dogana per tutti le merci che entrano nel Regno Unito dalla Ue. Il Governo consiglia alle imprese di «assumere un mediatore doganale, uno spedizioniere o un esperto di logistica per avere aiuto» e procurarsi il software più adeguato. «Ci sarà un costo», ammette il documento, particolarmente oneroso per le piccole e medie imprese.

Irlanda: chiedere a Dublino
La questione del confine irlandese resta irrisolta. Il documento ammette che la mancanza di un accordo creerebbe «notevoli difficoltà» anche alle imprese le cui merci attraversano il confine ogni giorno, ma non propone soluzioni. Il documento promette «altre informazioni a tempo debito», ma nel frattempo consiglia alle imprese di «rivolgersi al Governo irlandese per chiedere quali preparativi sia necessario fare».

Pagamenti: più lenti e costosi
I pagamenti con carta di credito per l’acquisto di prodotti europei saranno più lenti e più costosi, dato che le banche britanniche non avranno più accesso ai sistemi di pagamento europei. Questo vale per tutte le transazioni in euro sia per i consumatori che per le imprese. Gli acquisti online dall’Europa saranno più costosi perché i beni non saranno più esenti dall’Iva.
Prospettive negative anche per i cittadini britannici che vivono in Paesi Ue, che potrebbero perdere l’accesso ai loro conti bancari e alle loro assicurazioni e avranno difficoltà nel riscuotere la loro pensione.

Farmaci: indispensabili le scorte
Il Governo continuerà ad accettare medicine che sono state approvate nella Ue ma lascerà il sistema di regolamentazione pan-europeo quindi dovrà negoziare un nuovo accordo per poter continuare la condivisione di banche dati e informazioni. Il documento avverte del rischio di una carenza di farmaci e consiglia alle compagnie farmaceutiche e alle farmacie di procurarsi delle scorte adeguate per almeno sei settimane.

Sigarette: nuovi pacchetti in arrivo
Londra dovrà approvare nuove leggi sul tabacco e il consumo di sigarette. Una delle conseguenze più bizzarre di Brexit è che i pacchetti di sigarette in vendita in Gran Bretagna dovranno avere nuove immagini e avvertimenti sui rischi del fumo dal primo giorno dopo Brexit, perché la Ue ha il copyright di tutte le foto e i moniti attualmente utilizzati in Europa.

Prodotti agricoli: penalizzati i biologici
Il documento non accenna ai 45 miliardi di sterline di scambi di prodotti agricoli con la Ue ogni anno, ma avverte di un accesso ridotto al mercato unico per gli agricoltori biologici britannici. In caso di no deal non avrebbero più l'autorizzazione necessaria per esportare i loro prodotti nella Ue e dovranno attendere circa nove mesi per una nuova certificazione, perdendo quindi reddito e anche quote di mercato.

Prodotti alimentari: i panini sono salvi
Su tutta una serie di questioni il Governo assicura che incorporerà le regole Ue esistenti facendole diventare legge in Gran Bretagna, quindi non ci saranno cambiamenti sui diritti dei lavoratori, sui prodotti alimentari o sull'esportazione di prodotti pericolosi. Non ci saranno quindi carenze di prodotti alimentari, ha assicurato Raab: «Contrariamente a quanto è stato prospettato non ci sarà una carestia di panini o supermercati vuoti. Non dovremo usare l’Esercito per distribuire cibo».

Il sandwich della Brexit
Il peso delle importazioni nel Regno Unito per gli ingredienti del tipico sandwich (Fonte: Politico.eu)

Le critiche
Molte imprese hanno criticato la vaghezza e mancanza di dettagli nei documenti pubblicati dal Governo. La Cbi, la Confindustria britannica, ha commentato ieri che «a questo punto non ci possono essere dubbi che un no deal sarà devastante per le economie europee. Questi documenti dimostrano che chi sostiene che uscire senza accordo affidandosi alle regole della Wto sia una soluzione accettabile vivono in un mondo di fantasia, dove i fatti non devono interferire con l’ideologia».
Critiche anche dall’opposizione. Keir Starmer, responsabile di Brexit del partito laburista, ha detto che le proposte di Raab «hanno pochi dettagli, poca sostanza e nessuna risposta alla domanda su come i ministri intendono mitigare le gravi conseguenze di lasciare la Ue senza un accordo».

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