Trafficanti di uomini in azione in Libia camuffati da operatori delle Nazioni Unite e colpevoli di abusi e violenze su migranti intercettati al loro arrivo nel paese. L’allarme per l’utilizzo criminale di falsi logo Unhcr arriva dall'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, che denuncia in una nota le «atrocità indicibili» commesse negli ultimi giorni contro i rifugiati e i richiedenti asilo. Secondo alcuni rapporti ritenuti affidabili le organizzazioni criminali dedite al traffico di uomini starebbero operando in Libia ibica spacciandosi per personale delle Nazioni Unite: diversi affiliati sarebbero stati avvistati in particolare nei punti di sbarco e nei centri del traffico di esseri umani con indosso giubbotti e altri oggetti con loghi simili a quelli dell'Unhcr.
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Nella nota, l’Unhcr segnala anche il «drastico deterioramento» della situazione nelle strade di Tripoli, teatro di pesanti scontri tra le diverse fazioni in lotta per il controllo della città. Molti di loro erano trattenuti in aree vicine agli scontri divenute obiettivo dei razzi, e in migliaia sono fuggiti dai
centri di detenzione nel disperato tentativo di salvare le proprie vite. Molti rifugiati contattati dall'Agenzia riferiscono
di essere stati venduti ai trafficanti in Libia e di essere stati abusati e torturati, anche dopo essere stati intercettati
in mare.
Puntare sulle misure alternative alla detenzione
Una volta riportati a terra, le autorità libiche li trasportano in centri di detenzione gestiti dalla Direzione per la lotta
alla migrazione illegale (sotto la competenza del ministero degli Interni libico). L'Unhcr chiede con fermezza che vengano
messe in atto alternative alla detenzione, compreso l'uso immediato della struttura di raccolta e partenza a Tripoli, che
fungerà da piattaforma per raggiungere la sicurezza in paesi terzi e che sarà gestita dal ministero degli Interni libico e
dall'Agenzia. La struttura ha la capacità di ospitare 1.000 rifugiati vulnerabili e richiedenti asilo ed è pronta per l'uso.
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