La settimana che si apre a New York è quella della 73esima Assemblea generale delle Nazioni Unite (Unga 18-27 settembre). Il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte arriva a New York per prendere parte ai lavori dell’Assemblea generale dell’Onu il 25 e il 26 settembre. La delegazione italiana sarà rappresentata anche dal ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi e dal ministro dell’Ambiente, Sergio Costa (che seguirà il focus sul tema «financing for development» e l’agenda 2030).
Action for peacekeeping
Martedì Conte parteciperà all'appuntamento più importante di questa settimana all’Onu che è l’approvazione da parte dell’Assemblea
generale del documento «Action for peacekeeping». Il documento, che ha il trade mark del nuovo segretario, il portoghese Antonio Guterres, illustra nelle linee di riforma quello che sarà il ruolo delle Nazioni Unite nel prossimo futuro, per rilanciare le attività
di peacekeeping dell’Onu e il ruolo stesso dell'organizzazione multilaterale. Peacekeeping che come stabilito dal nuovo piano
di azione che verrà approvato dall'Assemblea generale si focalizza su due temi in particolare: la pace sostenibile con grande
rilievo dato all’azione diplomatica nelle aree di crisi; e, secondo aspetto, la prevenzione riguardo al peace-building, costruire
la pace per cercare di arginare le crisi prima che sfocino in conflitti veri e propri. La giornata si concluderà con l'approvazione
di una importante dichiarazione, la summa che mette insieme tutti i pezzi del lavoro di peacekeeping dell’Onu.
L’Italia è l’ottavo finanziatore del bilancio delle Nazioni Unite. Ed è il paese che contribuisce di più alle missioni di
pace. Nel nuovo piano dell'Onu sul peacekeeping il contributo italiano ha portato all’introduzione di due dimensioni nuove
di tutela della pace allargata: la pace come protezione del patrimonio culturale e la pace come protezione ambientale.
Il debutto di Conte all’Onu
Mercoledì 26, in mattinata, il primo ministro Conte avrà due incontri bilaterali con il presidente egiziano Abdel al-Sisi
e con quello dell’Iran Hassan Rouhani. Prima del suo discorso che pronuncerà all’Assemblea generale alle 14.30 (ora di New
York, le 20.30 in Italia). Discorso che come tradizione verrà pronunciato in italiano. I temi, per quello che si sa, saranno
quelli della pace e delle sicurezza, nelle due dimensioni appena ricordate della nuova azione di peacekeeping sulla quale
punta l’Onu. Un particolare accento il premier italiano lo dedicherà ad alcune aree di crisi, Libia e Siria, aree a cui l’Italia
dà maggiore attenzione. Sulla Libia l'Italia è impegnata in prima linea nell’organizzazione della Conferenza internazionale
sulla Libia che si svolgerà a novembre a Roma, con tutti i vari attori del complicato puzzle coinvolti, quelli libici, i partner
europei e dell’area, nord africana e medio-orientale.
Un altro tema che verrà di sicuro ricordato da Conte è quello delle migrazione, alla luce del Global compact sulle migrazioni
appena varato dall’Onu. Conte ribadirà il sostegno italiano alla riforma delle Nazioni Unite avviata da Guterres. «Una riforma
necessaria e nella quale crediamo», come ha detto l’ambasciatrice italiana della rappresentanza permanente all'Onu Mariangela
Zappia. Per il primo ministro Conte, 58esimo capo di governo italiano, si tratta del primo discorso ufficiale alle Nazioni
Unite da quando è alla guida dell’esecutivo formato il primo giugno 2018. Un esecutivo nuovo, diverso dai precedenti, per
il quale al Palazzo di Vetro c’è curiosità, ma in positivo dicono tutti. Sarà un’occasione, dunque, per presentare alla comunità
internazionale gli obiettivi del governo gialloverde sui temi delle migrazioni e del multilateralismo.
La riforma del Consiglio di sicurezza
Oltre alle azioni sul peacekeeping anche il tema della riforma del Consiglio di sicurezza è importante. L’Italia è in prima
linea nel lavoro diplomatico per definire il quadro di azione possibile per rinnovare e tentare di migliorare il funzionamento
dell'ingessato esecutivo Onu composto da 5 membri permanenti e da 10 eletti ogni due anni dall'Assemblea generale. L’Italia
è a capo del gruppo di paesi riuniti sotto la proposta di riforma del Consiglio di sicurezza denominata «United for consesus».
La proposta italiana che si contrappone a quella dei cinque paesi che hanno i seggi permanenti (Cina, Francia, Regno Unito,
Russia e Stati Uniti) e che vorrebbero continuare ad averli anche in futuro, è una proposta, per così dire, più democratica,
perché non prevede seggi permanenti tout-court, ma l’introduzione di una sorta di seggi permanenti di più lungo periodo, a
rotazione per aree geografiche.
Nelson Mandela Summit
Un altro momento importante di questa settimana all’Onu sarà il Nelson Mandela Peace Summit, evento in programma lunedì 24
settembre, in occasione dei 100 anni della nascita del leader sudafricano, premio Nobel per la pace, e a poche settimane dalla
scomparsa di Kofi Annan, settimo segretario generale delle Nazioni Unite dal 1997 al 2006. Forse proprio per via dell’evento
dedicato a Madiba Nelson Mandela mai come quest'anno è folta la delegazione di capi di stato e di governo africani. Nel complesso
all'Assemblea generale dell'Onu saranno presenti 141 tra capi di Stato e di Governo, una presenza particolarmente numerosa.
«Il fatto – ha detto l’ambasciatrice Zappia - che ci siano così tanti focolai di crisi aperte nel mondo ha fatto sì che quest'anno
ci sia stata una vera e propria spinta politica a venire all’Onu. Le frizioni e i problemi sono tanti. Ma tutti i rappresentanti
di questi 141 paesi vengono alle Nazioni Unite con la volontà di ribadire che, nonostante tutto, questo posto serve per fare
andare avanti meglio il mondo». In settimana all'Onu si svolgerà anche un vertice dei ministri degli Esteri europei dedicato
alle crisi in Siria e Libia.
Trump sovranista
Un ruolo di primo piano avrà di sicuro il presidente americano Donald Trump. Gli Stati Uniti presiedono il Consiglio di Sicurezza
dell'Onu in questo mese di settembre. Martedì Trump parlerà all'Assemblea generale. Un discorso quello del presidente americano,
come anticipato dalla ambasciatrice americana all'Onu Nikki Haley, che avrà al centro «il ruolo degli Stati Uniti nel mondo».
In ambienti diplomatici si parla già di un discorso «sovranista» degli Stati Uniti, con gli accenti di Trump spostati sull’unilateralismo.
Mercoledì Trump, come presidente di turno, dirigerà i lavori del Consiglio di sicurezza, e anche lì le previsioni parlano
di un intervento sulle crisi internazionali principali con le aree più avverse all'attuale amministrazione americana. A partire
dall’Iran, a poche settimane dall'avvio delle nuove sanzioni americane, il prossimo 5 novembre (con una stretta sui settori
bancario e energetico che rischia di pesare anche sull’Italia). Sulla repubblica iraniana rischia di ampliarsi il fossato
che divide le visioni politiche dell'America di Trump con i partner europei Germania, Francia e anche Italia - Conte vedrà
in un bilaterale proprio in questi giorni Rohani in virtù dei buoni rapporti che il nostro paese ha con l’Iran.
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