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Ema e l’Olanda vacillano sotto il peso del trasferimento ad Amsterdam

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AGENZIA EUROPEA DEL FARMACO

Ema e l’Olanda vacillano sotto il peso del trasferimento ad Amsterdam

Il trasferimento da Londra ad Amsterdam dell'Agenzia europea del farmaco (Ema) non si sta rivelando una passeggiata, come pure le Istituzioni olandesi continuano a far credere. E non sarà una passeggiata neppure il trasferimento delle circa 2.500 aziende satellite che ruotano intorno all'Agenzia.
A farne le spese potrebbe essere l'operatività immediata dell'Ema – come la stessa ha denunciato pubblicamente poche settimane fa – che si trasferirà definitivamente ad Amsterdam esattamente tra un anno (a marzo cominceranno i primi traslochi). L'Agenzia impiegherà questo tempo per tentare di risolvere i problemi legati al trasferimento del personale mentre il Governo olandese cercherà di dare risposte ai nodi sulle infrastrutture e sui servizi.

Case, scuole e personale: i nodi di Ema ad Amsterdam

Il viaggio nel cantiere
Se fino a sette mesi fa il cantiere dell'Ema a Zuidas – il distretto degli affari a sud di Amsterdam, che continua a crescere e ospita banche internazionali, multinazionali e grandi studi legali – appariva come un enorme sterrato acquitrinoso colmo di materiale edile di scarto, oggi è tutta un'altra musica.
Girando intorno al cantiere appaltato alla società Dura Vermeer il quadro che appare è ben diverso. Il Vivaldi building – stretto tra la tangenziale, i binari della ferrovia metropolitana e il grattacielo che ospita la società di consulenza e revisione Ernst&Young - comincia a prendere forma. Lo scheletro di cemento dei 19 piani previsti è stato ultimato da pochi giorni. Le gru che fino a qualche giorno fa sollevavano materiale per costruire l'ultimo solaio cominceranno ora a trasportare ciò che serve per ultimare ogni singolo piano.

Alle 5 del pomeriggio nel cantiere sono in movimento tre immense gru. I lavori procedono con calma. Ciascuno tra la quindicina di lavoratori presenti sa bene cosa fare: c'è chi solleva i bancali, chi lavora alla piattaforma, chi studia le carte e chi continua a ad occuparsi del viale di ingresso. Nessun segno di frenesia apparente e la sensazione che, lavorando giorno e notte, così come assicurato, le Istituzioni olandesi ce la faranno a tagliare il nastro nei tempi previsti.
Se il cantiere sembra dormire sogni tranquilli non altrettanto si può dire per il futuro delle attività principali espletate dall'Agenzia, a partire da valutazione e controllo dei farmaci.

Il personale se ne va
Proprio in questo mese l'Ema ha dato vita all'ennesima tappa del piano di continuità operativa ma a preoccupare è il trasferimento fisico ad Amsterdam, avendo ben chiaro che ci sarà una significativa perdita di personale (in tutto i dipendenti sono circa 900).

«I tagli temporanei delle attività – si legge nel comunicato stampa diffuso dalla stessa agenzia il 1° agosto – sono necessari perché è emerso che l'Agenzia perderà più personale di quanto inizialmente previsto. Il personale che non si trasferirà ad Amsterdam ha già iniziato a lasciare l'Agenzia e questa tendenza dovrebbe accelerare. Inoltre, a causa delle norme sull'occupazione nei Paesi Bassi, 135 agenti contrattualizzati a breve termine non saranno più in grado di lavorare per l'Ema. Complessivamente, l'Ema prevede una perdita di personale di circa il 30%, con un alto grado di incertezza riguardo alla fidelizzazione del personale a medio termine».

L'Agenzia ha messo in atto misure di facilitazione al trasferimento del personale ad Amsterdam e ulteriori sostegni sono stati forniti dal governo olandese ma non basta. Nel breve-medio termine, l'Ema dovrà ridefinire le proprie risorse per mantenere pienamente le proprie attività principali ed anche per questo motivo è già scattato il piano di assunzione di nuovo personale. Intanto, però, scatterà il ridimensionamento temporaneo delle attività secondarie e la sospensione di quelle nuove per l'intero 2019. «Questo contribuirà a garantire le attività essenziali di salute pubblica dell'Ema – si legge ancora nel comunicato stampa – e consentirà la formazione del personale che sarà assegnato a nuovi compiti all'inizio del 2019».

Le ricadute pratiche sulla salute
Detto in altri termini, ecco cosa accadrà nell'immediato.
La collaborazione a livello internazionale sarà temporaneamente ridimensionata per concentrarsi principalmente sulle richieste relative ai prodotti e sull'integrità della catena di approvvigionamento. L'impegno dell'Ema in altre questioni di salute pubblica globale – come la resistenza antimicrobica oi vaccini – sarà mantenuto il più a lungo possibile ma rivisto caso per caso.

Lo sviluppo e la revisione di linee guida saranno temporaneamente limitate ad affrontare i bisogni urgente di salute pubblica/animale e a supportare e facilitare i preparativi per la Brexit. I gruppi di lavoro non legati al prodotto saranno temporaneamente ridotti in conseguenza del ridimensionamento dello sviluppo o della revisione delle linee guida.

Programmi e progetti saranno ridotti, e l' organizzazione o la partecipazione ai meeting internazionali saranno limitate a quelle legate alla Brexit.
Per quanto riguarda la pubblicazione di dati clinici, il lancio di nuove procedure è stato temporaneamente sospeso dal 1° agosto mentre per i dati presentati fino a fine luglio saranno elaborati e completati.

Buste paga più basse e prezzi alti delle case
A scatenare la rinuncia alla nuova sede di Amsterdam del 30% degli addetti sono sostanzialmente tre cause, non tutte necessariamente valide per tutti ma, senza dubbio, concatenate per una buona parte di coloro che preferiscono trovare un altro lavoro anziché muoversi da Londra.
La prima è che il salario è inferiore (in media) di circa il 24% rispetto a quello percepito nel Regno Unito. In base alle regole comunitarie per i dipendenti pubblici, un funzionario dell'Unione deve essere infatti pagato in base al costo della vita del Paese in cui lavora

La situazione del mercato immobiliare è un'altra condizione che mette a dura prova il trasferimento. I prezzi sono in salita ma, al contempo, la disponibilità di case è in discesa. Nel primo trimestre 2018 il numero di case complessivamente vendute in Olanda è stato di 52.900, il 10% in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il prezzo medio di vendita è di circa 285mila euro.

Ad Amsterdam la situazione è ancora più calda e diventa incandescente man mano che ci si avvicina nel distretto di Zuidas. Secondo il report reso noto a settembre dalla banca svizzera Ubs, i prezzi delle case ad Amsterdam sono cresciuti del 60% dal 2013 e la bolla immobiliare potrebbe presto scoppiare a causa della mancanza di alloggi economici e di più severe regole ipotecarie.
Un'agenzia immobiliare di Amsterdam interpellata dal Sole-24 Ore ha confermato la difficoltà nel reperire gli immobili tanto in affitto quanto in vendita e ha spiegato che con l'arrivo dell'Agenzia del farmaco è salita la domanda.

L'agente al quale il Sole-24 Ore si è rivolto ha offerto due soluzioni in quel momento disponibili. La prima relativa ad un appartamento di 93 metri quadrati con due camere da letto a 2.025 euro al mese di affitto più 250 euro al mese per gas, acqua ed elettricità. Oppure un appartamento di 120 metri quadrati con 3 camere da letto a 2.550 euro al mese più gli extracosti delle bollette (non quantificati).

Scuole pubbliche in difficoltà
Un terzo elemento critico è quello della formazione. Le scuole pubbliche sono sature e quelle private internazionali costano.
Interpellato dal Sole-24 Ore, Thijs Rovvers, sindacalista e insegnante nella scuola primaria Leonardo Da Vinci di Amsterdam, ha lancia l'allarme sulla carenza di insegnanti nelle scuole pubbliche olandesi. Attualmente mancano 4mila docenti ma entro il 2025 questa cifra è destinata a salire a circa 10mila. Amsterdam non fa eccezione e così non resta che guardare al privato ma le rette sono da salasso.

Il paradosso dell'aeroporto
Come se non bastassero queste difficoltà, la città di Amsterdam ne aggiunge altre che appaiono paradossali.

Il 16 settembre, nel corso di un'intervista al quotidiano Het Parool, l'amministratore delegato dell'aeroporto internazionale di Schiphol, Dick Benschop, ha annunciato che la priorità è quella di rallentare la crescita dello scalo e in questo senso sarebbero in corso anche trattative con le principali compagnie aeree. «E' necessario cambiare rotta – ha affermato Benschop – e dal 2020 la crescita dell'aeroporto dovrà essere sostenibile e caratterizzata da due elementi: rendimento economico ed equilibrio con l'ambiente».

Per l'ad è fondamentale che la politica riconsideri l'idea di costruire alloggi in prossimità rispetto allo scalo e soprattutto che acceleri con l'apertura dello scalo di Lelystad che potrebbe ridurre la pressione sull'aeroporto principale di Amsterdam.

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