Come negli anni 90, il voto ecologista torna ad essere attraente in alcuni paesi del Nord Europa, in un momento di crisi dei partiti popolari e di ascesa dei movimenti più radicali.
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Domenica 15 ottobre, le consultazioni regionali in Baviera, comunali in Belgio e nazionali in Lussemburgo hanno mostrato un evidente successo dei partiti verdi, ritenuti una alternativa credibile. I test elettorali sono giunti a sette mesi da delicate elezioni europee.
In Baviera, secondo i risultati non ancora definitivi i cristiano-sociali hanno ottenuto il 37,3%, il partito socialdemocratico il 9,5%, i Freie Wähler (nati nel 2009 da una costola della CSU) l'11,6%, la destra di Alternative für Deutschland il 10,7% e i Liberali dell'FDP il 5. I Verdi con il 17,8% sono ormai il secondo partito del Land. La Baviera ha scelto di puntare su “coraggio, fiducia, passione, chiedendo un governo che risolva i problemi invece di provocarli”, ha dichiarato la leader ecologista Katharina Schulze.
In Belgio, le municipali hanno mostrato un forte successo dei partiti ecologisti. Il quotidiano francofono La Libre Belgique titola stamani che “una onda verde dilaga nell'intero paese”. Il successo è soprattutto in Vallonia e a Bruxelles dove i Verdi sono riusciti ad attirare il voto dei cittadini delusi dai partiti popolari. L'ascesa dei partiti radicali ha indotto i movimenti più tradizionali a un discorso più rigido, che è stato respinto da molti elettori.
Nella città di Bruxelles, il partito Ecolo-Groen è giunto al primo o al secondo posto in molti dei 19 comuni che insieme formano la capitale da un punto di vista amministrativo. In crisi invece il partito liberale (MR) che dà al paese il premier Charles Michel; sempre in difficoltà il partito socialista. Nel Nord del paese, i Verdi sono risultati la seconda forza ad Anversa dietro agli autonomisti fiamminghi della N-VA. Il voto municipale giunge a sette mesi dal voto federale in Belgio, in contempooranea con quello europeo.
Bene sono andati i Verdi anche in Lussemburgo dove domenica si è votato per il rinnovo del Parlamento granducale. Gli ecologisti hanno guadagnato cinque punti, passando dal 10 al 15%, e arrivando in quarta posizione. I testa sono giunti i cristiano-sociali (28%), seguiti dai socialisti (18%) e dai liberali (17%). Il destino dell'attuale primo ministro Xavier Bettel è in forse. Dal 2013, l'uomo politico liberale è al governo del piccolo paese con i socialisti e i verdi.
Difficile naturalmente trarre una interpretazione generale dal successo dei Verdi in tre paesi dell'Unione. Certo le questioni ambientali restano d'attualità tanto più dopo alcune scelte controverse da parte degli Stati Uniti. In Belgio, poi, i partiti liberale e socialista sono stati coinvolti negli anni scorsi da clamorosi scandali clientelari. In Baviera, i Verdi sono stati considerati una alternativa alla destra e anche al partito socialdemocratico che, al di là di Monaco, ha sempre sofferto nel Land alpino.
In un comunicato, Monica Frassoni e Reinhard Bütikofer, co-presidenti del Partito verde europeo, hanno dichiarato: «I Verdi hanno messo l'accento sull'urgenza di una trasformazione ecologica per combattere il cambiamento climatico e perseguire la giustizia sociale. I Verdi hanno mostrato una visione positiva dell'Europa, sempre aperta al mondo». Il successo elettorale in Baviera, Belgio e Lussemburgo mostra che speranza e compassione hanno più successo di paura e odio, hanno detto i due leader.
Molti osservatori credono che il rinnovo del Parlamento europeo nel maggio 2019 mostrerà un buon risultato dei partiti nazionalisti ed euroscettici. Si aspettano quindi che per contrastare questo fenomeno i movimenti più europeisti dovranno allearsi nel tentativo di sostenere la prossima Commissione europea. Finora, l'esecutivo comunitario ha avuto l'appoggio di popolari, socialisti e liberali. Nella prossima legislatura si aspettano che questi vengano raggiunti anche dai Verdi.
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