Mondo

Polonia, Corte Ue chiede stop a riforma della giustizia

  • Abbonati
  • Accedi
braccio di ferro

Polonia, Corte Ue chiede stop a riforma della giustizia

  • –dal nostro corrispondente

Con particolare velocità, la Corte europea di Giustizia in Lussemburgo ha deciso di chiedere la sospensione immediata della controversa riforma della Corte suprema in Polonia. Tra le altre cose, il pacchetto di misure entrato in vigore a Varsavia prevede di ridurre l’età di pensionamento dei giudici del tribunale a 65 anni, una scelta che ha indotto la Commissione europea ad aprire una procedura di infrazione e di adire la magistratura comunitaria.

GUARDA IL VIDEO / Nel 2017: Polonia, presidente respinge riforma giustizia

Da mesi ormai l’esecutivo comunitario è impegnato in un braccio di ferro con il governo polacco, a cui rimprovera la violazione dello stato di diritto. La riforma del Corte suprema è uno dei tanti aspetti di una controversa riforma dell’apparato giudiziario. La riduzione dell’età pensionabile da 70 a 65 anni è stata criticata da molti. All’inizio del mese, Bruxelles aveva chiesto alla Corte europea di Giustizia di esprimersi urgentemente (si veda Il Sole/24 Ore del 3 ottobre).

Nella sua ordinanza pubblicata oggi in Lussemburgo, la vice presidente della Corte, Rosario Silva de Lapuerta, ha deciso di chiedere a Varsavia la sospensione di alcune delle misure, in particolare quella sull’età pensionabile. La Commissione europea considera che questa scelta indebolisce l’indipendenza dei magistrati tanto più che la legge prevede la possibilità di prolungare il mandato dei giudici su decisione del Capo dello Stato. La legge polacca è entrata in vigore il 3 aprile scorso.
La questione della Corte suprema si inquadra in un contesto più ampio. Alla fine dell’anno scorso, la Commissione europea ha fatto scattare contro la Polonia la procedura ex articolo 7 dei Trattati per violazione dello stato di diritto. Il dossier è attualmente in discussione tra i governi dell’Unione. Sul tavolo vi è un monito ufficiale a Varsavia, ed eventualmente la sospensione dei diritti di voto del paese. Per ora, una minoranza di stati membri sta bloccando qualsiasi avvertimento.

Il caso vuole che proprio questo fine settimana si terranno in Polonia elezioni locali, che saranno un test politico per il partito nazionalista Diritto e Giusitizia. Si tratta del primo voto da quando il partito è giunto al potere nel 2015. Il Governo polacco ha adotttato non poche riforme. Oltre a quella del sistema giudiziario, ha introdotto generosi sussidi alle famiglie. Un recente sondaggio Kantar dà al PiS il 31% dei suffragi. Storicamente, il partito ha ottenuto risultati deludenti a livello locale.
La Corte europea di Giustizia ha preannunciato che una sentenza nel merito è da prevedere nel prossimo futuro: «Un’ordinanza relativa ai provvedimenti provvisori – ha precisato - non pregiudica l’esito dell’azione principale». In caso di inadempienza della Polonia, la Commissione potrà fare ulteriore ricorso e chiedere sanzioni pecuniarie. Il premier polacco Mateusz Morawiecki ha spiegato che il suo governo risponderà alla Corte «dopo avere analizzato» l’ordinanza.

© Riproduzione riservata