Si era capito dai comizi degli ultimi giorni. Le immagini televisive di Trump nella sua girandola elettorale in otto stati toccati in sei giorni rimandavano sempre lo stesso copione: auditorium pieni, migliaia di sostenitori, cartelli rossi. La rimonta del presidente c'è stata. Tutti i sondaggi davano la Camera ai democratici, e il Senato con uno stretto margine ai repubblicani. Quello che si nota guardando la cartina americana mentre è ancora in corso lo spoglio dei voti in molti stati è la predominanza del colore rosso rispetto all'azzurro.
Dalla Casa Bianca nella notte americana le prime dichiarazioni della portavoce Sarah Sanders lasciavano già trasparire un risultato oltre le aspettative: «È stata una buona notte per il presidente». Per fare dei bilanci definitivi bisognerà attendere ancora. Ma la débâcle repubblicana non c'è stata. La campagna divisiva e muscolare di Trump basata su immigrazione, sicurezza, economia e war trade sembra aver funzionato. Nel primo vero banco di prova dopo le elezioni presidenziali 2016 nelle quali aveva battuto la candidata democratica favorita da tutti i sondaggi Trump ha tenuto.
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Se i dati definitivi confermeranno la Camera ai democratici tuttavia si apre per la seconda parte della sua presidenza una fase nuova, più complessa. I democratici lanceranno investigazioni sulle dichiarazioni dei redditi passate di Trump sul suo patrimonio. Tenteranno di bloccare il nuovo taglio delle tasse annunciato in campagna elettorale per la middle class. La guerra commerciale verrà molto ridimensionata, a partire dal nuovo trattato tra Messico, Canada e Stati Uniti per il quale l'amministrazione sperava di ottenere entro il mese la ratifica dal Congresso. Rischiano poi di nascere male i futuri negoziati per la revisione degli accordi commerciali con Europa, Gran Bretagna e Giappone. I democratici cercheranno di rivedere i dazi contro la Cina che hanno creato non pochi problemi alle aziende americane più export oriented, e anche le tariffe su acciaio e alluminio. Riprenderà spazio poi l'inchiesta del procuratore Mueller sulle ingerenze russe nelle presidenziali 2016, in blackout negli ultimi due mesi per le elezioni midterm.
Trump nei prossimi due anni, con il Congresso diviso, si concentrerà maggiormente sulla politica estera. Il risultato del voto midterm era atteso anche da Wall Street. Gli analisti di Morgan Stanley, Bank of America, Goldman Sachs, Deutsche Bank e BlackRock hanno scritto nelle scorse settimane ai loro rispettivi clienti report in cui prevedevano la vittoria democratica alla Camera. Uno scenario che dovrebbe portare a un calo delle tensioni commerciali, a una minore volatilità tanto che alcuni si spingono a prevedere un rally azionario per fine anno.
Quello che è sicuro finora è che queste elezioni di metà mandato sono state le più combattute degli ultimi tempi. E anche le più costose della storia con una spesa di 4,7 miliardi di dollari: i democratici sono quelli che hanno raccolto e speso di più grazie a campagne che hanno coinvolto categorie sociali e professionali, dal basso, con donazioni anche minime ma molto diffuse. Trump con la personalizzazione dello scontro elettorale sulla sua persona è riuscito ad accendere le passioni politiche sia nei suoi sostenitori che negli avversari.
L'affluenza alle urne è stata record. E così anche le battaglie elettorali, che in molti, moltissimi casi si sono risolte con scarti minimi. Segno di un'America davvero divisa in due.
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