Gli asset complessivi detenuti dalla Banca centrale giapponese hanno superato il Prodotto interno lordo del Paese, in seguito
alla politica monetaria ultraespansiva di “allentamento quantitativo e qualitativo” avviata 5 anni e mezzo fa. È la seconda
banca centrale al mondo a “scavalcare” l'intera economia di riferimento con l’ammontare delle sue attività, dopo la Banca
centrale svizzera. Il dato che si compara con le ben più modeste percentuali, in rapporto al Pil, della Banca centrale europea
(che ha asset pari a circa il 40% dell'economia dell'Eurozona) e della Federal Reserve (circa il 20%).
Gli asset della BoJ ammontano a 553.600 miliardi di yen (oltre 4.300 miliardi di euro), mentre a fine giugno il Pil nominale
giapponese si era attestato su base annualizzata a 552.820 miliardi di yen. Domani saranno annunciati i dati sul Pil giapponese
del terzo trimestre, atteso in contrazione anche per via dei disastri naturali che in estate hanno colpito l’arcipelago.
Lo scopo dichiarato della strategia ultraespansiva della Boj è quello di raggiungere un target del 2% di inflazione, ma l'obiettivo
sui prezzi al consumo è stato rinviato molte volte e appare sempre sfuggente (attualmente l'indice dei prezzi “core” resta
intorno all'1%). Per questa ragione l'istituto guidato dal governatore Haruhiko Kuroda non ha ancora dichiarato alcuna exit
strategy, anche se le altre principali banche centrali dei Paesi occidentali hanno avviato il percorso di rientro dalle politiche
non ortodosse introdotte dopo la crisi finanziaria del 2008 a sostegno delle loro economie.
La Boj è solo riuscita a ridurre gli acquisti di titoli di stato, rispetto alla cifra ufficiale di circa 80mila miliardi di
yen annui (in espansione della base monetaria rispetto al livello precedente) : questi acquisti sono scesi intorno a quota
50mila miliardi su base annua, in quanto l’istituto è passato a focalizzarsi non più sull'espansione della base monetaria
ma su un “controllo della curva dei rendimenti” finalizzato a mantenere intorno a zero i tassi sui decennali (con una tollleranza
nei due sensi recentemente ampliata a 0,2 punti percentuali). Attualmente la BoJ detiene circa il 45% dell'intero ammontare
di JGB, il che ha provocato una certa distorsione delle dinamiche sul mercato secondario dei titoli pubblici.
Oltre ai JGB, la Boj effettua acquisti di altre categorie di titoli (dagli azionari – per 6mila miliardi di yen l'anno -
ai trust immobiliari). Molti analisti ritengono insostenibile il prolungamento indefinito dello shopping di JGB (e non solo)
ai livelli correnti: anche semplicemente facendo i conti, prima o poi dovrà arrivare l'exit strategy, pena un inaridimento
della liquidità sui mercati finanziari nipponici. Un rialzo dei tassi di interesse porterebbe forti perdite nel bilancio dell'istituto,
che non a caso ha già accantonato almeno 3.600 miliardi di yen (a fine marzo) per eventuali perdite sulle transazioni in bond.
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