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Polonia, il governo si arrende alla Corte Ue: niente purga ai…

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DOPO la richiesta della corte di giustizia

Polonia, il governo si arrende alla Corte Ue: niente purga ai magistrati

Diritto e giustizia, il partito euroscettico al governo in Polonia, fa marcia indietro sulla «purga» ai magistrati contestata dalle autorità Ue. La forza politica ha proposto oggi un emendamento alla sua riforma della Corte suprema locale, finita nel mirino della Corte europea di giustizia con l’accusa di essere «antidemocratica». Il tribunaleaveva chiesto di sospendere il provvedimento, dopo le rimostranze emerse anche all’Europarlamento. I legislatori del partito hanno scelto una procedura accelerata per arrivare al voto già nella seduta parlamentare di oggi. Il testo originale prevedeva l’abbassamento dell’età pensionabile dei giudici da 70 a 65 anni, costringendo a un ritiro anticipato 20 giudici della Corte suprema (un terzo del totale). La correzione proposta in Aula stabilisce che i giudici possano tornare immediatamente al lavoro. «Stiamo rispettando i nostri obblighi» ha spiegato al parlamento Zbigniew Ziobro, ministro della Giustizia.

Si media con Bruxelles, ma la popolarità è ai minimi
L’emendamento rientra nei tentativi di conciliazione fra Varsavia e Bruxelles, dopo che il governo polacco ha suscitato le attenzioni della Commissione per i comportamenti «contrari ai principi europei» del suo esecutivo. Un portavoce della Corte suprema ha dato il suo placet alla correzione, dichiarando che l’intervento «affronta i problemi principali» della riforma. I sondaggi condotti dai principali istituti del paese rilevano che una buona dei cittadini polacchi è a favore della permanenza in Europa, sentimento che si sposa male con i dissidi fra le istituzioni comunitarie e il cosiddetto blocco di Visegrad. Gli strappi con la Ue, però, sono solo una delle preoccupazioni a incomberesulla tenuta del partito di governo. Il sostegno a Diritto e giustizia sta calando in maniera brusca (oggi è al 33%), sull’onda di uno dei peggiori scandali finanziari degli ultimi anni. Marek Chrzanowski, insediato dal partito a capo dell’autorità di regolamentazione finanziaria, si è dimesso il 13 novembre a seguito di sospetti di corruzione, legati al suo rapporto con Leszek Czarnecki: il miliardario che controlla Getin Noble Bank e Idea Bank, due banche locali con bilanci affossati da una quota di crediti in sofferenza sopra al livello di guardia. Le fragilità di Diritto e giustizia stanno favorendo la crescita di un avversario diretto come Piattaforma civica, partito europeista in ascesa a una soglia di consenso del 26%.

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