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Manca un milione di lavoratori: la Germania allarga le maglie dei visti

Sono 1,2 milioni i posti di lavoro che le imprese tedesche non riescono a coprire per carenza di manodopera qualificata. Il flusso di migranti dagli altri Paesi della Ue non è riuscito a riempire i vuoti che sono stati colmati anche se solo in parte dai richiedenti asilo. Un terzo (il 28%) dei rifugiati in età da lavoro arrivati in Germania dalla fine del 2014 a giugno di quest’anno aveva un lavoro, con tassi di occupazione crescenti. Il Governo di Angela Merkel, prendendo atto dell’emergenza lavorativa, ha approvato una legge sull’immigrazione che agevola l’ingresso di lavoratori extra europei e dà una chance di restare ai rifugiati che abbiano un lavoro anche se la loro richiesta di asilo è stata respinta.

Più immigrati nell’interesse nazionale
Il nuovo provvedimento, varato dal Governo mercoledì e che dovrà ora essere approvato dal Parlamento, potrebbe creare nuove tensioni politiche sul delicato tema dell’immigrazione che ha spinto in alto i consensi per il partito xenofobo Alternative für Deutschland. Ma il ministro dell’Economia Peter Altmaier ha motivato la decisione di aprire le maglie dei visti con «l’interesse nazionale». Così, ha spiegato, «veniamo incontro alle chiare esigenze rappresentate dalle principali associazioni economiche del Paese e diamo una prospettiva chiara alle imprese sperando che mantengano i loro investimenti nel medio periodo e rafforziamo il sistema previdenziale e i contributi per le indennità di disoccupazione».

SI ALLUNGANO I TEMPI
Tempo medio (in giorni) di vacanza di una posizione prima di trovare un sostituto. Media mobile annuale
da maggio 2017 ad aprile 2018. (Fonte: Agenzia federale per il lavoro)

Sei mesi per cercare un lavoro
La proposta prevede di aprire le porte anche ai cittadini extra europei con bassa o media specializzazione, permettendo loro di entrare e rimanere in Germania al fine di cercare un lavoro per un periodo di sei mesi, a condizione che sappiano un po’ di tedesco e possano vivere a proprie spese. Una possibilità finora riservata solo a figure altamente specializzate come medici, ingegneri e informatici. Un secondo provvedimento del Governo di Grande Coalizione dà una chance ai circa 200mila rifugiati che hanno visto la propria richiesta di asilo respinta ma sono “persone tollerate” perché per varie ragioni non possono essere deportate. Essi potranno chiedere un permesso di lavoro della durata di 30 mesi se già hanno un’occupazione da almeno 18 mesi e se dimostrano di poter vivere senza sussidi dello Stato. Alla fine di questo periodo, se ancora avranno un lavoro e la loro conoscenza del tedesco sarà migliorata, potranno chiedere un permesso di residenza.

Il 30% dei rifugiati si è integrato
Secondo i calcoli dell’Istituto di ricerca sul lavoro Iab, del resto, i rifugiati giunti in massa tra il 2015 e 2016 si stanno integrando nel sistema produttivo con tassi di occupazione crescenti. Il 72% dei richiedenti asilo in età da lavoro (15-64 anni) censiti a fine luglio 2018 arriva da otto Paesi non europei: Afghanistan, Eritrea, Iraq, Iran, Nigeria, Pakistan, Somalia e Siria. Nei primi sei mesi del 2017 il tasso di occupazione di queste persone è aumentato di circa 9 punti percentuali e nei primi sei del 2018 di altri 12 punti, arrivando al 28 per cento.

Negli ultimi anni il numero di immigrati giunti in Germania da questi otto Paesi è cresciuto in maniera significativa, sottolinea lo Iab. Alla fine del 2014 c’erano circa 360mila persone in età da lavoro, a metà del 2018 erano già oltre un milione (1,1). Un aumento dovuto, presumibilmente, all’afflusso dei rifugiati. Allo stesso tempo ha fatto un balzo significativo il numero di occupati: a fine 2014 avevano un lavoro dipendente circa 96mila di essi e a metà del 2018 erano già 311mila.

I settori più colpiti dalla mancanza di personale
La Germania ha urgente bisogno di integrare cittadini extra Ue - rifugiati ma anche migranti economici - per sopperire all’annosa carenza di personale determinata dal calo demografico in un’economia in crescita costante. Il problema è molto sentito nei Länder meridionali: Baviera, Baden-Württemberg e Renania ma tocca anche le Regioni industriali del Nord e per alcuni settori è generalizzato. Meccanica, trasporti e servizi, in specie sanitari e per gli anziani, sono i settori più colpiti. Secondo i dati più aggiornati dell’Agenzia federale del lavoro, il tempo medio per coprire le vacanze di personale risulta in costante aumento: da maggio 2017 ad aprile 2018 (media mobile annuale) è cresciuto per tutte le professioni da 100 a 107 giorni rispetto ai 90 giorni del 2017 sul 2016. Con situazioni molto diverse a seconda dei comparti. Così, nel settore automobilistico l’attesa è salita da 126 a 142 giorni; nello sviluppo software e programmazione da 139 a 159; nel settore energetico da 148 a 167; nell’idraulica, sanitari, impianti di condizionamento e riscaldamento da 156 a 183; nel settore edile da 110 a 141; per i medici da 128 a 130, per i fisioterapisti da 144 a 157, per gli infermieri da 143 a 154. In aumento anche il tempo per trovare sul mercato lavoratori nel campo dell’assistenza agli anziani: dai 167 giorni del 2017 ai 175 del 2018.

I LANDER E LA CARENZA DI PERSONALE PER SETTORE
Dati a giugno 2018

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