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La crescita della Grecia nella morsa dell’avanzo primario

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austerity senza fine

La crescita della Grecia nella morsa dell’avanzo primario

Il premier greco Alexis Tsipras
Il premier greco Alexis Tsipras

Uscita da otto anni di bailout la Grecia si avvia a centrare (e superare) un target di bilancio impegnativo: un avanzo primario superiore al già ambizioso obiettivo del 3,5% del Pil; rischia però di farlo a danno della crescita e delle riforme, minando le prospettive future di ripresa sostenibile.

Il dato ufficializzato dal ministero delle Finanze indica per i primi undici mesi del 2018 un avanzo primario (il saldo tra entrate e spese esclusi gli interessi sul debito) di 7,6 miliardi di euro, contro i circa 4 miliardi che lo stesso governo ellenico aveva stimato. E, soprattutto, si tratta quasi del 4% del Pil; siamo dunque oltre il 3,5% dopo che già nel 2017 Atene aveva registrato un ancora più sorprendente 4,2 per cento. Non stupisce dunque la soddisfazione con cui il governo, preoccupato di attrarre investitori sui mercati - l’Agenzia per la gestione del debito pubblico Pdma punta a raccogliere quest’anno tra i 3 e i 7 miliardi - sottolinea il consolidamento dei conti pubblici.

Un avanzo primario del 3,5% tra il 2018 e il 2022 (e poi in media del 2,2% fino al 2060) è il primo degli impegni che la Grecia ha sottoscritto con i creditori internazionali l’estate scorsa, all’uscita dal terzo programma di aiuti, ottenendo in cambio un alleggerimento dell’enorme debito pubblico (182,5% nel 2018 per la Commissione Ue, 188,1 per l’Fmi), perlopiù tramite il riscadenziamento dei rimborsi. Sui rischi connessi a un impegno così gravoso si era però subito espresso l’Fmi: «Il raggiungimento di un simile target di avanzo primario - sottolineava il Fondo - si realizza a scapito della crescita, attraverso tasse elevate e investimenti socioeconomici limitati».

L’AVANZO PRIMARIO
In % del Pil - *Stime (Fonte: Fmi, sulla base del Memorandum di intesa tra Grecia e creditori internazionali)

Oltre all’avanzo primario del resto c’erano altri obblighi e priorità, che gli stessi creditori internazionali ribadivano nell’appendice all’accordo raggiunto con Atene, dal completamento delle riforme agli investimenti per assicurare una crescita stabile nel medio-lungo termine. E qui il quadro è meno roseo.

IL DEBITO PUBBLICO
In % del Pil - *Stime - (Fonte: Fmi, sulla base del Memorandum di intesa tra Grecia e creditori internazionali)

Diversi economisti sottolineano che le performance nell’avanzo primario derivano da tagli negli investimenti pubblici, tradizionale motore della crescita, che peraltro l’Ufficio parlamentare di bilancio del Parlamento greco ha già rivisto al ribasso per il 2018: 1,8-2% contro la precedente stima del 2,5-2,7 per cento. E anche il surplus extra di quest’anno, con il voto politico previsto per l’autunno prossimo, rischia di essere usato dal governo di Alexis Tsipras più per misure una tantum che per investimenti di lungo termine. Misure per alleviare povertà ed esclusione sociale, aggravate da un decennio di crisi e austerity, ma anche per recuperare consensi tra gli elettori di sinistra delusi di Syriza e ridurre la distanza da Nuova democrazia di Kyriakos Mitsotakis, che guida nei sondaggi.

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