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il summit globale

Davos, è l’anno della marijuana: la cannabis conquista gli investitori

La marijuana invade Davos. Per la prima volta, a margine del summit globale di banchieri, Ceo e capi di Stato e di governo, il mondo della cannabis si presenta come uno dei più promettenti settori economici del momento, con rapide prospettive di crescita in grado di attirare l'interesse degli investitori internazionali.
Saranno presenti quasi tutti i “leading Cannabis executives and investors” al World Economic Forum, che ospitera' un “CANNABIS CONCLAVE”, un “CANNATECH PAVILON” e una “CANADA CANNABIS HOUSE” . Numerosi i simposi a tema.

Martedi 22 gennaio: “La cannabis sui mercati dei capitali” e “Come capitalizzare sulle opportunità della cannabis negli Usa”.

Mercoledì 23 gennaio:  “Cannabis 3.0”, “Le prossime opportunita' di investimento nell'espansione globale della cannabis” e “La strada per costruire il primo marchio internazionale di cannabis”.

Giovedì 24 gennaio: “I nuovi mercati emergenti per la cannabis” e “Esportare l'innovazione nella cannabis da Israele al mondo”, piu' le conclusioni: “Cannabis 2020 e oltre”.

Sono eventi in cui si distinguono organizzazioni come CannaTech, iCan (Israele-Cannabis), Canadian Securities Exchange, Kapoor Capital. Tra i “testimonial”, anche l'ex premier israeliano Ehud Barak, ora presidente di InterCure. Canadesi (Ottawa ha da poco pienamente legalizzato la marijuana) e israeliani appaiono in prima fila per dare una ulteriore legittimazione a un settore che quest'anno dovrebbe registrare una nuova e piu' forte ondata di investimenti e fusioni, dopo quelle dell'anno scorso. Anche “Big Tobacco” di recente e' saltata sul carro, con il maxiinvestimento da 1,8 miliardi di dollari promesso da Altria in Cronos.

Gli organizzatori del WEF non c'entrano: e' quella che e' diventata una vera e propria lobby che cerca di cogliere la grande occasione per sedurre la temporanea platea di investitori piu' qualificata al mondo.

Secondo uno studio del settore, il mercato nel 2028 dovrebbe valere 55 miliardi di euro solo in Europa, il mercato che pare a piu' alto potenziale, anche se frenato dalla estrema frammentazione della regolamentazione. Ventidue Paesi europei hanno approvato la cannabis per alcuni utilizzi terapeutici, mentre altri 12 ne hanno depenalizzato l'uso personale. Gli investitori si attendono che l'Italia diventi il secondo mercato europeo, dopo la Germania. Sia per uso terapeutico che ricreativo, comunque, ogni Paese fa da sé, anche all'interno della Ue.

Secondo il Consumer Choice Center, che organizza a Davos il Cannabis Conclave, l'evento sarà utilissimo per accelerare il dibattito sulla legalizzazione in Europa e per mostrare quanto sia legittimo e maturo il settore in varie parti del Nord e Sud America.

Qualche “no global” che ha sempre visto come il fumo negli occhi il Forum di Davos, insomma, potra' esser tentato di cambiare idea sul detestato summit del capitalismo globale. E' da Davos che arriva il messaggio secondo cui l'industria della cannabis sta registrando un boom in grado di rivoluzionare la cura dei pazienti e il settore dell'intrattenimento fino a creare un “nuovo ecosistema internazionale” che avra' un massiccio impatto, dai contadini locali alle piu' grandi corporations del mondo”. La marijuana, insomma, fa parte in pieno della “Globalizzazione 4.0” che e' il tema centrale di quest'anno tra i Vip sulle nevi svizzere.

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