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Venezuela, Guaidó si proclama presidente. Usa, Canada e Paesi…

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scontri con 14 morti

Venezuela, Guaidó si proclama presidente. Usa, Canada e Paesi sudamericani lo riconoscono

In Venezuela il regime di Maduro traballa e gli Stati Uniti di Trump sono pronti a dargli la spallata decisiva. Il leader dell’opposizione Juan Guaidó si č autoproclamato presidente del Paese, davanti a migliaia di sostenitori riuniti a Caracas. Guaidó, 35 anni, ha alzato la propria mano destra affermando di «assumere formalmente la responsabilitą dell’esecutivo» e di aver preso questa decisione «per ottenere la fine dell'usurpazione, un governo di transizione e libere elezioni». Guaidó ha poi chiesto alle missioni diplomatiche presenti a Caracas di restare nel paese sudamericano. «In virtł dei poteri conferitimi dalla Costituzione, comunico a tutti i capi delle missioni diplomatiche e al loro personale accreditato in Venezuela che lo stato venezuelano desidera fortemente mantenere la loro presenza diplomatica nel nostro paese» ha detto Guaidó attraverso una nota pubblicata su Twitter.

Decine di migliaia di persone sono scese in strada per dare il loro appoggio a questa iniziativa e solo nella capitale , a seguito degli scontri con la polizia e con la guardia nazionale, si registrano 14 morti in due giorni negli stati di Barinas, Bolķvar, Amazonas, Tachira e a Caracas. La polizia ha lanciato gas lacrimogeni sulla folla e bloccato un’autostrada a Caracas mentre sui social network circolano immagini di scontri e spari (con vittime) nella cittą meridionale di Barinas. Il presidente del Parlamento ha chiesto di giurare anche ai presenti nella manifestazione di impegnarsi «a ristabilire la Costituzione in Venezuela».

La spallata di Trump
Il presidente americano Donald Trump ha subito ufficialmente riconosciuto Guaidó, lanciando un appello a tutte le capitali occidentali a seguire il suo esempio e a rinnegare il governo di Nicolas Maduro. Il presidente brasiliano Bolsonaro ha raccolto immediatamente l’appello, cosģ come i governi di Cile, Perł, Ecuador, Colombia, Paraguay, Argentina e Guatemala.

«Tutte le opzioni sono sul tavolo» dell'amministrazione americana se il regime reagirą con la violenza, ha detto un alto funzionario americano in un briefing con la stampa. «Quando diciamo che tutte le opzioni sono sul tavolo, intendiamo che tutte le opzioni sono sul tavolo», ha risposto a chi ha chiesto un chiarimento su cosa intendesse.

Canada con gli Usa, Messico pił prudente
Anche il segretario generale dell'Organizzazione degli Stati Americani (Osa), Luis Almagro, ha risconosciuto il leader dell’opposizione: «Le nostre congratulazioni a Juan Guaidó come Presidente incaricato del Venezuela. Ha tutto il nostro riconoscimento per promuovere il ritorno del Paese alla democrazia». Anche il governo canadese di Justin Trudeau č pronto a riconoscere il nuovo presidente. Il portavoce del governo messicano ha detto invece che «per il momento» risconosce Maduro come presidente legittimo. Solidarietą piena e sostegno a Maduro vengono, invece, dallo storico alleato boliviano Evo Morales.

Il popolo del Venezuela ha con coraggio fatto sentire la propria voce contro Nicolas Maduro e il suo regime e ha chiesto libertą e rispetto per la legge», ha affermato Trump. «Nel suo ruolo di presidente dell’Assemblea nazionale č l'unico ad essere stato legittimamente eletto», aggiunge il presidente americano. Guaidó ha rivolto un appello anche alle Forze, chiedendo loro di «ristabilire la Costituzione» nel Paese sudamericano. Il segretario di Stato Mike Pompeo ha invitato Maduro a «farsi da parte a favore di un leader legittimo che rifletta la volontą del popolo venezuelano».
Dall’Europa arriva il commento del presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk: «Spero che tutta l’Europa si unisca nel sostegno alle forze democratiche in Venezuela. A differenza di Maduro, l'Assemblea parlamentare, incluso Juan Guaidņ, ha un mandato democratico dai cittadini venezuelani» ha scritto su Twitter. Il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani ha twittato: «Seguo con molta attenzione gli eventi in Venezuela. Contrariamente a Maduro, Guaidó ha legittimitą democratica. Si devono rispettare le manifestazioni e la libertą di espressione di un popolo che č stanco di morire di fame e di soffrire gli abusi di Maduro».

La reazione di Maduro
Non č tardata molto la reazione di Nicolas Maduro, che ha immediatamente risposto a Trump interrompendo le relazioni diplomatiche e commerciali con il «governo imperialista» di Washington, dando 72 ore di tempo ai diplomatici statunitensi di lasciare il Paese. «Siamo la maggioranza, siamo il popolo di Hugo Chavez», ha incitato i sostenitori Maduro accorsi davanti al palazzo presidenziale di Caracas. «Siamo in questo palazzo per volontą popolare, solo la gente ci puņ portare via», ha aggiunto Maduro che ha chiesto all’esercito di mantenere l’unitą e la disciplina. Il ministro della Difesa, Vladimir Padrino, ha dichiarato che le forze armate disconoscono Juan Guaidó che si č autoproclamato presidente

Economia in ginocchio
L’economia del Venezuela č in caduta libera da anni e la situazione č peggiorata con Maduro. L'iperinflazione ha raggiunto livelli insostenibili - siamo nell’ordine di un tasso annuo del 100.000% e oltre - cibo e medicinali sono sempre pił scarsi, milioni di persone sono state costrette a lasciare il paese rifugiandosi in Colombia e in altri Paesi limitrofi.

L'opposizione venezuelana ha esortato Guaidó ad assumere la presidenza da quando Maduro č stato inaugurato per un secondo mandato il 10 gennaio a seguito di un'elezione boicottata dai partiti anti-Maduro e definita irregolare dalla maggior parte dei governi stranieri. Due giorni fa un gruppo di militari ha occupato una caserma a nord di Caracas rivolgendo un appello alla rivolta contro il governo, a riprova di come anche all’interno della Guardia nazionale il potere di Maduro stia barcollando.

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