
Nel coro quasi unanime di sostegno a Juan Guaidó spicca il drappello di governi che invece si schiera con il sempre più screditato presidente Maduro. Il più esplicito è il presidente della Turchia, Recep Tayyp Erdogan: «Fratello Maduro, resisti, siamo al tuo fianco». Sono queste le parole dette in una telefonata da Erdogan a Nicolas Maduro, dopo l'autoproclamazione a presidente del leader dell'opposizione in Venezuela. Lo ha riferito su Twitter il portavoce del leader di Ankara, Ibrahim Kalin, condividendo anche l'hashtag #WeAreMADURO(Noi siamo Maduro).
Anche da Mosca giungono parole di condanna alla mossa del presidente del Parlamento e al suo riconoscimento da parte di Stati Uniti, Canada e di tutti i governi sudamericani (con l’eccezione del Messico). «La Russia considera illegali le azioni dirette a rimuovere il capo dello Stato venezuelano», ha dichiarato Vyacheslav Volodin, presidente della Duma. Il ministero degli Esteri, in una nota, sottolinea che il Venzuela di Maduro è «un partner strategico della Russia che continueremo a sostenere» e mette in guardia il governo americano dalla tentazione di un intervento militare nel Paese. «Staremo a fianco del Venezuela - conclude la nota - per proteggere la sua sovranità e il principio di non interferenza nei suoi affari interni».
La Russia ha anche solidi legami economici con il Venezuela. Negli ultimi anni, i due Paesi hanno avviato progetti comuni nello sviluppo di giacimenti di petrolio e gas. La compagnia russa Rosneft e la venezuelana Petróleos de Venezuela (Pdvsa) sono impegnate in 5 progetti petroliferi in Venezuela con una produzione di 9 milioni di tonnellate all'anno, pari al 7% della produzione totale del paese.
No aceptaremos que imperio alguno nos imponga gobiernos por vías extra constitucionales. En Venezuela prevalecerá e… https://twitter.com/i/web/status/1088458098920964096
– Nicolás Maduro(NicolasMaduro)
A pochi minuti di distanza, il governo siriano, storico alleato della Russia di Putin, esce allo scoperto: Damasco esprime solidarietà al presidente venezuelano Nicolas Maduro e protesta «con forza» per le «interferenze americane nelle questioni del Venezuela»: lo riferisce l'agenzia governativa siriana Sana, che cita una nota del ministero degli Esteri.
In tarda mattinata anche la Cina ha rotto il silenzio, dichiarando di essere contraria a interferenze esterne.Il portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying ha chiesto a tutte le parti di trovare una soluzione pacifica. «La Cina sostiene gli sforzi compiuti dal governo venezuelano per proteggere la sovranità, l'indipendenza e la stabilità del paese», ha dichiarato Hua.
Svolta in Venezuela, Guaido' si autoproclama presidente
Tra i Paesi latinoamericani, tutti schierati a sostegno di Guaidò, spicca l’eccezione del Messico del nuovo presidente Lopez Obrador, che ha deciso di non prendere parte e anzi ha accusato Guaidò di aver violato la sovranità
democratica del Paese. Mentre non sorprende la posizione di Evo Morales, presidente della Bolivia, che via twitter ha scritto: «La nostra solidarietà con il popolo venezuelano e il fratello @NicolasMaduro, in queste ore
decisive in cui gli artigli dell'imperialismo cercano di nuovo di ferire la democrazia e l'autodeterminazione dei popoli.
Non saremo mai di nuovo un giardino degli Stati Uniti». L’unico altro governo latino-americano che sostiene Maduro, e anche
questa non è una sorpresa, è quello cubano guidato da Miguel Diaz-Canel.
È evidente che dietro questi schieramenti c’è la volontà di non assecondare l’iniziativa di Donald Trump, il cui obiettivo è chiaramente quello del rovesciamento del regime venezuelano. Fin dai tempi di Chavez - l’ex presidente morto per un tumore nel 2013 - il Venezuela è stato una pedina chiave del blocco anti-americano insieme a Cuba, ricevendo il sostegno economico della Russia in primis.
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