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Venezuela, da Putin a Xi fino a Erdogan e Assad: chi sta con Maduro

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la crisi nel paese sudamericano

Venezuela, da Putin a Xi fino a Erdogan e Assad: chi sta con Maduro

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Da sinistra, il presidente turco Erdogan in conferenza stampa con quello russo Putin al Cremlino, il 23 gennaio (Ap)
Da sinistra, il presidente turco Erdogan in conferenza stampa con quello russo Putin al Cremlino, il 23 gennaio (Ap)

Nel coro quasi unanime di sostegno a Juan Guaidó spicca il drappello di governi che invece si schiera con il sempre più screditato presidente Maduro. Il più esplicito è il presidente della Turchia, Recep Tayyp Erdogan: «Fratello Maduro, resisti, siamo al tuo fianco». Sono queste le parole dette in una telefonata da Erdogan a Nicolas Maduro, dopo l'autoproclamazione a presidente del leader dell'opposizione in Venezuela. Lo ha riferito su Twitter il portavoce del leader di Ankara, Ibrahim Kalin, condividendo anche l'hashtag #WeAreMADURO(Noi siamo Maduro).

Anche da Mosca giungono parole di condanna alla mossa del presidente del Parlamento e al suo riconoscimento da parte di Stati Uniti, Canada e di tutti i governi sudamericani (con l’eccezione del Messico). «La Russia considera illegali le azioni dirette a rimuovere il capo dello Stato venezuelano», ha dichiarato Vyacheslav Volodin, presidente della Duma. Il ministero degli Esteri, in una nota, sottolinea che il Venzuela di Maduro è «un partner strategico della Russia che continueremo a sostenere» e mette in guardia il governo americano dalla tentazione di un intervento militare nel Paese. «Staremo a fianco del Venezuela - conclude la nota - per proteggere la sua sovranità e il principio di non interferenza nei suoi affari interni».

La Russia ha anche solidi legami economici con il Venezuela. Negli ultimi anni, i due Paesi hanno avviato progetti comuni nello sviluppo di giacimenti di petrolio e gas. La compagnia russa Rosneft e la venezuelana Petróleos de Venezuela (Pdvsa) sono impegnate in 5 progetti petroliferi in Venezuela con una produzione di 9 milioni di tonnellate all'anno, pari al 7% della produzione totale del paese.

A pochi minuti di distanza, il governo siriano, storico alleato della Russia di Putin, esce allo scoperto: Damasco esprime solidarietà al presidente venezuelano Nicolas Maduro e protesta «con forza» per le «interferenze americane nelle questioni del Venezuela»: lo riferisce l'agenzia governativa siriana Sana, che cita una nota del ministero degli Esteri.

In tarda mattinata anche la Cina ha rotto il silenzio, dichiarando di essere contraria a interferenze esterne.Il portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying ha chiesto a tutte le parti di trovare una soluzione pacifica. «La Cina sostiene gli sforzi compiuti dal governo venezuelano per proteggere la sovranità, l'indipendenza e la stabilità del paese», ha dichiarato Hua.

Svolta in Venezuela, Guaido' si autoproclama presidente

Tra i Paesi latinoamericani, tutti schierati a sostegno di Guaidò, spicca l’eccezione del Messico del nuovo presidente Lopez Obrador, che ha deciso di non prendere parte e anzi ha accusato Guaidò di aver violato la sovranità democratica del Paese. Mentre non sorprende la posizione di Evo Morales, presidente della Bolivia, che via twitter ha scritto:  «La nostra solidarietà con il popolo venezuelano e il fratello @NicolasMaduro, in queste ore decisive in cui gli artigli dell'imperialismo cercano di nuovo di ferire la democrazia e l'autodeterminazione dei popoli. Non saremo mai di nuovo un giardino degli Stati Uniti». L’unico altro governo latino-americano che sostiene Maduro, e anche questa non è una sorpresa, è quello cubano guidato da Miguel Diaz-Canel.

È evidente che dietro questi schieramenti c’è la volontà di non assecondare l’iniziativa di Donald Trump, il cui obiettivo è chiaramente quello del rovesciamento del regime venezuelano. Fin dai tempi di Chavez - l’ex presidente morto per un tumore nel 2013 - il Venezuela è stato una pedina chiave del blocco anti-americano insieme a Cuba, ricevendo il sostegno economico della Russia in primis.

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