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Venezuela, appello di Guaidò: «L’Italia faccia la cosa…

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DI MAIO: NON RICONOSCIAMO CHI NON è STATO VOTATO

Venezuela, appello di Guaidò: «L’Italia faccia la cosa giusta»

Un appello all’Italia e la denuncia della gravissima situazione in Venezuela. Sono i due aspetti forti dell’intervista rilasciata da Juan Guaidò, presidente dell’Assemblea nazionale del Paese sudamericano.

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«Maduro ha perso il controllo del paese e la popolazione sta soffrendo. Ci sono 70 giovani assassinati in una settimana dal faes, le forze speciali di polizia, e 700 persone in carcere, 80 minorenni addirittura bambini», ha detto Guaidó in merito alle condizioni in Venezuela.

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Non poteva mancare, però un riferimento alla posizione assunta dall’Italia che, a differenza di Francia, Germania e Spagna e della presa di posizione del Parlamento europeo, non riconosce Guaidò. «Evidentemente c'è una scarsa conoscenza di ciò che sta accadendo. Invito il sottosegretario gli esteri a informarsi, unìaltra Libia qui non è possibile». Così Juan Guaidò, rispondendo al Tg2 ad una domanda sulle parole di Manlio Di Stefano che, annunciando la contrarietà dell'Italia a riconoscerlo come leader venezuelano, ha invitato ad evitare «lo stesso errore fatto in Libia». «Invitiamo l'Italia a fare la la cosa corretta perché i giorni qui si contano in vite che si perdono», ha detto Guaidò sottolineando l'importanza del riconoscimento da parte dell'europarlamento.

Tornando sugli aspetti più stringenti della crisi interna, Juan Guaidò ha dichiarato di avere intenzione di sfidare un divieto posto dal governo organizzando l'invio dall'estero nel Paese di una grande quantità di aiuti umanitari. In una intervista con l'agenzia di stampa Ap, Guaidó ha indicato che si tratterà essenzialmente di medicine che saranno messe a disposizione da Nazioni della regione. L'iniziativa, ha aggiunto, sarà un «nuovo test» per i militari del Venezuela, che finora si sono schierati dalla parte del capo dello Stato, Nicolas Maduro.
Guaidó ha quindi precisato che si tratterà di medicine essenziali per salvare la vita che sono scarse in Venezuela, e che giungeranno a diversi punti di frontiera dopo essere state caricate su navi di «Paesi amici. Non stiamo pensando solo agli
Stati Uniti. E nei prossimi giorni annunceremo una coalizione globale che manderà aiuti in Venezuela».

Di Maio, non riconosciamo né Guaidò né Maduro
«Visto che siamo già stati scottati dalle ingerenze in altri Stati non vogliamo arrivare al punto di riconoscere soggetti che non sono stati votati. Per questo non riconosciamo neppure Maduro e per questo l'Italia continua a perseguire la via diplomatica e di mediazione con tutti gli Stati per arrivare a un processo che porti a nuove elezioni ma senza ultimatum e senza riconoscere soggetti che non sono stati eletti». Lo ha spiegato il vicepremier Luigi Di Maio parlando in Aula alla Camera della situazione venezuelana e confermando le preoccupazioni del M5s di favorire la guerra civile.

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