In Germania è partita l’offensiva contro Huawei, in vista dell’asta 5G in programma nella seconda metà di marzo. Oggi a Berlino è in agenda la prima riunione di Governo per stabilire se l’introduzione di regole più severe a tutela della sicurezza e l’eventuale firma di un patto di non spionaggio con Pechino possanno essere misure sufficienti a garantire il Paese da furti e spionaggio di dati nel caso di un ingresso del gigante cinese nel mercato tedesco delle Telecom. Intanto gli Stati Uniti intensificano le pressioni per impedire a Huawei di partecipare alle aste nei principali Stati della Ue.
La paura che la società possa passare al Governo cinese dati sensibili è stata sottolineata di recente dalla stessa Angela Merkel. La cancelliera ha chiesto garanzie prima di permettere a Huawei l’accesso all’asta per la costruzione del network di quinta generazione che, in maniera ancor più veloce di oggi, connetterà oggetti e impianti molto sensibili, dalle fabbriche ai veicoli.
Secondo le anticipazioni di Handelsblatt, l’incontro di oggi, pur non prendendo decisioni, si concentrerà sulle eventuali misure da adottare e sulla loro efficacia . Un portavoce del Governo di Berlino ha sottolineato che non è stata presa alcuna decisione sulle misure e che il problema di come dare sicurezza al network 5G è «molto importante». La riunione, alla quale parteciperanno i ministri dell’Interno, dell’Economia, delle Finanze e dei Trasporti, ne segue una di alto livello tenutasi la scorsa settimana.
Tra le misure allo studio ci sono un “catalogo” della sicurezza (già in bozza) elaborato dall’autorità federale delle telecomunicazioni BNetzA e dal dipartimento per la sicurezza informatica (BSI), nonché regole di certificazione più stringenti insieme a un patto esplicito di non spionaggio da stringere con la Cina. Nell’ultima riunione, alla quale avevano partecipato i tre principali operatori del mercato tedesco, Deutsche Telekom ha proposto interventi di tipo tecnico-regolamentario come la creazione di un “laboratorio indipendente” sotto la supervisione di BSI al quale demandare il controllo di tutte le apparecchiature destinate alle infrastrutture più sensibili prima di utilizzarle.
A Washington intanto fonti del Dipartimento di Stato hanno ripetuto, anche martedì, che l’Europa è la priorità al top della campagna per convincere gli alleati a non comprare tecnologia dal colosso cinese delle Telecom. «Stiamo dicendo che bisogna essere molto, molto cauti - ha affermato un funzionario del Dipartimento di Stato Usa all’agenzia di stampa Reuters - e stiamo sollecitando la gente a non correre in avanti e firmare contratti con fornitori non fidati di Paesi come la Cina». Washington usa varie sedi per reiterare le sue pressioni, dagli incontri in sede di Unione europea ai colloqui in ambito Nato a Bruxelles.
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