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Lyft, la rivale di Uber a fine marzo in Borsa

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Lyft, la rivale di Uber a fine marzo in Borsa

NEW YORK - A fine marzo Lyft si quoterà a Wall Street, dopo il roadshow tra gli investitori nelle prossime settimane. I documenti sono stati appena presentati alla Sec per una Ipo che si preannuncia come una delle più importanti dell’anno nella Borsa americana. La società entrerà nel listino del Nasdaq con la sigla LYFT:

La rivale che cresce più di Uber
Lyft è poco conosciuta in Europa. Ma negli Stati Uniti e in Canada è il principale competitor di Uber. Su Google Map negli Stati Uniti ogni volta che viene fatta la ricerca di una destinazione appare la pubblicità comparativa delle due società. Ebbene, la tariffa di Lyft è sempre meno costosa. E grazie a questo la piccola rivale cresce tre volte più velocemente di Uber. L'azienda californiana opera soprattutto negli Stati Uniti dove è presente in 300 città. Ogni giorno ha oltre un milione di corse con i suoi taxi via app.

Ricavi per oltre 2 miliardi
L'ex startup di ride sharing di San Francisco lo scorso anno ha riportato 2,16 miliardi di dollari di ricavi. Più del doppio del miliardo di dollari del 2017. Sia Uber e Lyft crescono, aumentano i ricavi, ma continuano a essere in perdita: un miliardo a trimestre la prima, circa 250 milioni la seconda. Il rosso nei bilanci di Lyft è stato di 911,3 milioni nel 2018, in peggioramento dai 688,3 milioni dell'anno precedente.

Green e Zimmer hanno la maggioranza
Lyft è stata fondata nel 2012 da Logan Green e John Zimmer, rispettivamente ceo e presidente della società di San Francisco. I due manager controllano, rispettivamente, il 7% del capitale, ma hanno in mano azioni privilegiate con 20 voti ciascuna, al posto del voto singolo delle azioni ordinarie. Un aspetto che anche in futuro, dopo la quotazione, darà loro un peso maggiore nelle decisioni della società, dalle scelte sul top management alla eventuale vendita del pacchetto di controllo della società.

Gli altri azionisti
Tra gli altri investitori di Lyft ci sono la società di e-commerce giapponese Rakuten, che ha il 12,2% del capitale di azioni ordinarie, General Motors con il 7,3%, il ventur capital Andreessen Horowitz (5.9%) e Alphabet, la holding di Google con circa il 5%.

Valore tra 20 e 25 miliardi di dollari
Lyft nell'ultimo round di funding, a inizio 2018, era valutata 15,1 miliardi di dollari. La società prevede di essere valutata nella Ipo in una forchetta compresa tra i 20 e i 25 miliardi: è molto più piccola di Uber, ma secondo le stime di molti analisti potrebbe andare meglio della rivale nel collocamento, considerando le possibilità di crescita maggiori rispetto al leader di mercato che è più consolidato, e la rapida crescita del settore dei taxi e della mobilità via app.

Crescita rapida e conti in rosso
Entrambe le società hanno ricevuto tanti finanziamenti da investitori privati in questi anni per sviluppare le attività, ma continuano a bruciare cassa e hanno bisogno di capitali per finanziare i loro piani di crescita, non più solo limitati ai taxi via app. Lyft quindi dovrebbe superare di molto la sua ultima valutazione. Uber farà il suo debutto in Borsa subito dopo. Arrivare prima dell’altra alla quotazione vuol dire garantirsi una finestra di visibilità tra report degli analisti, titoli dei giornali, acquisti di azioni da parte degli investitori.

Le due Ipo hi-tech del 2019
Le due quotazioni in ogni caso si preannunciano come l’evento dell'anno, soprattutto quella di Uber una delle cinque più grandi di sempre, considerando la valutazione della società californiana che da start up lanciata nel 2009, si è trasformata in un colosso della mobilità alternativa globale, principale player del mercato. La società dichiara di avere 75 milioni di clienti e 3 milioni di autisti che ogni giorno completano 15 milioni di corse. Lo scorso anno ha dichiarato 37 miliardi di ricavi ma niente utili. Nell’ultimo round di finanziamenti a ottobre veniva valutata 76 miliardi. Oggi Uber secondo le banche che ne seguono la quotazione vale oltre 120 miliardi di dollari.

Bonus agli autisti
Lyft, nel prospetto presentato alla Sec per la quotazione, ha previsto anche un meccanismo particolare di bonus redistributivo per i suoi autisti, con la possibilità di acquistare azioni a prezzi di favore: tutti i driver di Lyft che al 25 febbraio hanno effettuato almeno 10mila corse riceveranno un assegno di 1.000 dollari una tantum, quelli oltre le 20mila corse avranno un bonus di 10mila dollari.

Il 39% del mercato Usa
Lyft ha una quota di mercato del 39% negli Stati Uniti (era al 22% nel 2016). Uber ha più circa il 60%, ritmi di crescita più contenuti, ed è conosciuta in tutto il mondo. Lyft è la prima quotazione della cosiddetta Gig economy: società che danno lavoro “on demand” attraverso l’offerta di servizi digitali. Aprono la strada ad altre ex start up che presto si quoteranno a Wall Street: Slack, Airbnb e Palantir.

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