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Bruxelles: arrivi dei migranti ai minimi degli ultimi cinque anni

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Bruxelles: arrivi dei migranti ai minimi degli ultimi cinque anni

  • –dal nostro corrispondente

BRUXELLES – A due mesi dal voto europeo del 23-26 maggio, la campagna elettorale si conferma nervosa. In molti paesi, la questione migratoria sta inducendo i partiti più radicali a criticare la Commissione europea. In Ungheria, la campagna pubblicitaria del premier Viktor Orbán è apparsa a molti osservatori addirittura menzognera. In altri paesi, tra cui l'Italia, vi è la tentazione di parlare di crisi migratoria quando i numeri ufficiali tratteggiano una situazione diversa.

In questa ottica, Bruxelles ha pubblicato questa settimana un vademecum con cui “smentire alcuni miti”, come ha detto durante una conferenza stampa il commissario all'Immigrazione Dimitri Avramopoulos. Tra gli aspetti evidenziati dall'esecutivo comunitario, i seguenti appaiono particolarmente interessanti e utili per farsi una opinione in un contesto spesso confuso.

1) L'Europa sta facendo fronte a una crisi migratoria
In realtà, gli arrivi di migranti sono ai minimi degli ultimi cinque anni: 150mila nel 2018. Molte delle persone si fermano nei paesi del vicinato, europei senza riuscire ad arrivare sul territorio comunitario per via di un più rigoroso controllo delle frontiere, afferma la Commissione europea.

2) L'Unione europea non protegge le proprie frontiere
E' nato negli anni scorsi un Corpo europeo di guardie di frontiera che ha dispiegato 900 uomini e donne ai confini europei. Nuove regole prevedono un controllo biometrico rigoroso delle persone che giungono in Europa. Nel contempo, sempre secondo Bruxelles, la missione militare Sophia nelle acque del Mediterraneo centrale ha permesso il fermo di 151 sospetti trafficanti e il sequestro di 551 imbarcazioni.

3) L'Unione europea ignora la drammatica situazione dei campi-profughi in Libia
In realtà, la Commissione europea afferma di collaborare attivamente con le agenzie delle Nazioni Unite, tanto che 37mila persone sono state rimpatriate e altre 2.500 sono state accolte da paesi terzi perché ritenute profughi.

4) L'Unione europea effettua respingimenti verso la Libia
L'Unione europea non effettua respingimenti e nessun migrante salvato da imbarcazioni europee è riportato in Libia, afferma sempre la Commissione europea.

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5) I paesi europei di primo arrivo sono lasciati soli
Al picco della crisi, secondo Bruxelles, il meccanismo europeo di protezione civile ha distribuito negli Stati europei di prima accoglienza così come nei paesi sulla via balcanica 900mila coperte, letti e tende. Paesi in difficoltà come la Grecia, l'Italia e la Spagna hanno ricevuto aiuti finanziari rispettivamente per 2 miliardi di euro, 885 milioni di euro e 708 milioni di euro. Nel contempo, l'Unione è presente nelle acque comunitarie con quattro operazioni navali.

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6) L'Unione europea vuole diventare una fortezza anti-immigrati
In realtà, sempre secondo Bruxelles, l'Unione europea non né una fortezza anti-migranti né ha le porte spalancate all'immigrazione di massa. Nel 2016, i paesi membri hanno accolto 720mila profughi alla ricerca di protezione internazionale. Dal 2015, un programma di reinsediamento ha permesso a 50mila rifugiati di trasferirsi in Europa.

7) L'Unione europea incoraggia l'immigrazione anche attraverso il Global Compact on Migration
Il Global Compact non è un documento vincolante, ma solo un accordo che deve servire a promuovere la collaborazione internazionale e facilitare i flussi migratori in modo sicuro, ordinato e regolato. Secondo l'esecutivo comunitario, non crea un diritto ad emigrare né obblighi legali per i paesi.

8) L'unica soluzione è di reintrodurre le frontiere interne in Europa
Agli occhi della Commissione europea, ciò sarebbe un ritorno indietro. La Zona Schengen è la più importante area di libera circolazione al mondo: offre la possibilità a 400 milioni di persone di spostarsi liberamente. Il ritorno delle frontiere avrebbe un costo: una ora di attesa al confine potrebbe costare al settore economico fino a 3 miliardi di euro all'anno.

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9) L'Unione europea ostacola il salvataggio in mare di migranti da parte delle organizzazione non governative
Queste associazioni hanno avuto, secondo la Commissione europea, un ruolo cruciale nel salvare naufraghi. Le loro navi, tuttavia, non possono entrare nelle acque libiche senza l'autorizzazione delle autorità locali. Operazioni comunitarie hanno salvato finora 730mila persone nelle acque del Mediterraneo.

10) L'Unione ostacola il rimpatrio di migranti responsabili di reati
Chi è responsabile di reati deve rispondere del proprio comportamento secondo il codice penale, afferma la Commissione europea. Le regole comunitarie permettono a un governo di respingere la richiesta di asilo o di ritirare lo status di rifugiato se una persona è pericolosa per la sicurezza di uno stato membro oppure se è stato condannato per un reato particolarmente grave. “In mancanza di uno status, la persona deve ritornare nel suo paese”, spiega Bruxelles.

11) I migranti sono un costo per l'economia
Solitamente, le statistiche mostrano che i migranti contribuiscono più di quanto non beneficino dai paesi in cui risiedono, secondo la Commissione europea. Arrichiscono i paesi di arrivo anche da un punto di vista culturale.

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12) Le politiche migratorie europee finanziano regimi autoritari
La Commissione europea afferma che il Fondo fiduciario per l'Africa versa denaro a migranti e sfollati, alle comunità di partenza così come le comunità di accoglienza. Nel 2018, quasi il 90% dei fondi distribuiti dall'Unione europea è andato a organizzazioni non governative e organismi delle Nazioni Unite. “Non un centesimo è andato a regimi autoritari”.

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