La parola chiave è redistribuzione. Il caso “Sea Watch”, la nave appartenente a una Ong olandese da giorni bloccata dal ministro dell'Interno Salvini a largo di Siracusa con a bordo 47 migranti (di cui 13 minorenni) soccorsi il 19 gennaio al largo della Libia, si è sbloccato così. Germania, Francia, Portogallo, Romania, Malta Lussemburgo e Italia si sono detti pronti a prendere una quota dei migranti da 11 giorni a bordo della Sea Watch. E la nave è stata perciò autorizzata a sbarcare i migranti.
Il precedente di Malta
Si tratta di una prassi ormai consolidata. È stato un accordo a Bruxelles per ridistribuire i migranti in 8 paesi europei
(Germania, Francia, Portogallo, Irlanda, Romania, Lussemburgo, Olanda e Italia) a consentire lo scorso 9 gennaio lo sbarco a Malta dei 49 migranti che da 19 giorni erano a bordo delle navi delle Ong Sea Watch e Sea Eye. Anche se per la cronaca i migranti,
a distanza di 20 giorni dall’approdo, sono ancora a Malta e aspettano di essere «ricollocati»
Dall’Aquarius alla Diciotti
Ma i casi di applicazione di questo principio sono stati numerosi. I 58 migranti salvati nell’ultima operazione della nave
Aquarius (attraccata lo scorso 30 settembre a Malta) sono stati ripartiti tra Francia, Germania, Spagna, Portogallo. Per
i 137 migranti sbarcati lo scorso 26 agosto a Catania dalla nave Diciotti è stata prevista una distribuzione tra Chiesa Italiana,
Albania e Irlanda.
Lo sbarco a Pozzallo
Lo scorso luglio Palazzo Chigi ha incassato il sì di Malta, Francia Germania, Spagna, Portogallo, Irlanda ad ospitare ciascuno una parte dei 450 migranti sbarcati il 16 luglio, nel porto di Pozzallo, in Sicilia. Migranti raccolti due giorni prima dalla nave Protector del dispositivo Frontex e dal
pattugliatore Monte Sperone della Guardia di finanza vicino all'isola di Linosa. Gli accordi a livello europeo prevedevano
che Germania, Portogallo, Spagna, Malta e Francia avrebbero dovuto accogliere 50 persone, mentre l'Irlanda ne avrebbe colti
20, per un totale di 270. Ma i trasferimenti effettivi, in base ai dati del Viminale, sono stati 129: 23 persone sono andate
in Germania, 50 in Francia (unico paese che ha preso tutta la quota prevista), 19 in Portogallo, 16 in Irlanda, 21 in Spagna
e nessuno a Malta.
Il caso della Lifeline
A metà giugno la nave della Ong tedesca Lifeline, con 230 migranti salvati a bordo, è stata lasciata in mare aperto per quasi
una settimana dopo che l'Italia si è rifiutata di farla entrare in un suo porto. Alla fine, il 27 giugno è approdata a Malta,
dopo che nove Paesi dell'Ue (oltre a Malta, Italia, Francia, Irlanda, Portogallo, Belgio, Olanda e Lussemburgo) hanno accettato,
di accogliere ciascuno una quota dei migranti a bordo.
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