BRUXELLES - A meno di una settimana da un vertice straordinario durante il quale i Ventisette dovranno valutare se concedere
al Regno Unito un nuovo rinvio dell'uscita del paese dall'Unione, esponenti comunitari segnalano oggi l'intenzione del presidente
del Consiglio europeo Donald Tusk di proporre ai paesi membri una proroga flessibile della durata massima di 12 mesi. Nel
contempo, la premier Theresa May si è detta pronta a organizzare il voto europeo di fine maggio.
«Posso confermare l'idea di una estensione flessibile», ha spiegato da Bruxelles un funzionario europeo, dando conferma delle
voci riportate dalla Bbc. A fine marzo, i Ventisette avevano stabilito che in assenza del benestare all'accordo di recesso
da parte di Westminster vi sarebbe stato un hard Brexit a metà aprile, il 12 per la precisione. Solo nel caso di un voto positivo
a Westminster sarebbe stato possibile rinviare al 22 maggio (si veda Il Sole/24 Ore del 23 marzo).
Con l'ipotesi di una proroga flessibile, il presidente Tusk sta cercando di dare alla premier May il tempo necessario per
trovare un possibile compromesso con l'opposizione laburista e con il suo stesso partito conservatore sull'accordo di recesso
negoziato negli ultimi due anni tra Londra e Bruxelles. L'intesa di divorzio è già stata bocciata tre volte da Westminster. La stessa signora May sta flirtando con la possibilità di un quarto voto. Dall’Europa sono giunti, però, anche i primi pareri
sfavorevoli. La Francia, a quanto scrive il quotidiano inglese Guardian, sembra orientata a opporsi a qualsiasi estensione
del rinvio se il governo britannica non proporrà un «piano concreto» per il divorzio dalla Ue.
L’odissea senza fine tra Londra e Bruxelles
Come detto, si deve presumere che una proroga oltre il 22 maggio imporrebbe al Regno Unito di organizzare da paese membro
le elezioni europee del 23-26 maggio. In una lettera trasmessa oggi a Bruxelles, la signora May ha chiesto un rinvio fino
al 30 giugno. A proposito del voto europeo, si legge: «Secondo il governo britannico, non è nell'interesse né del Regno Unito
né dell'Unione europea che il Regno Unito organizzi elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo». Ciò detto, si legge sempre
nella lettera della premier, «la Gran Bretagna accetta il principio del Consiglio europeo secondo la quale il paese avrebbe
l'obbligo legale di organizzare elezioni se il 23 maggio fosse ancora pieno membro dell'Unione. Il governo sta quindi facendo
le preparazioni legali e responsabili in tal senso». La speranza della signora May rimane comunque di far approvare l'accordo
di recesso entro quella data «in modo da cancellare le elezioni per il Parlamento europeo». Sia Donald Tusk che Theresa May
stanno cercando di guadagnare tempo nel disperato tentativo di fare approvare l'accordo di recesso. Nel proporre una estensione
lunga e nel dirsi pronta a organizzare le elezioni europee, il presidente Tusk e la premier May stanno mettendo sotto pressione
i brexiteers più riottosi che ancora non hanno voluto approvare l'intesa di divorzio, infelici della soluzione-ponte trovata
per evitare il ritorno di un confine in Irlanda.
© Riproduzione riservata